Reinventare un look senza stravolgere le regole del bel vestire maschile suggerendo come rinnovare il guardaroba con abiti sempre più leggeri e destrutturati. Frutto di tradizione e tecnologia l’abaca, protagonista della collezione della prossima P/E , è una nuova fibra vegetale, elastica, sottilissima e resistente all’acqua. Denominata “canapa di Manila”, questa pianta che cresce senza alcun intervento dell’uomo, rappresenta il simbolo di una moda più ecologicamente corretta. E per sottolineare il desiderio di natura e di evasione i modelli camminano sulla sabbia di un deserto immaginario scelto come scenografia della sfilata.
Nella convinzione che l’abito debba raccontare un’eleganza attenta ai dettagli e al fascino della tradizione, Sergio Corneliani, direttore artistico del brand, suggerisce uno stile in bilico tra la vita convulsa della città e il sogno di una vacanza fuori del mondo rappresentata dalla magia del deserto, citato attraverso il confort delle forme e dei colori: bianco, beige, sabbia.
Più grintose le proposte per lo stile metropolitano mai rigido o impettito e sempre accuratamente artigianale: grigio acciaio o nero i colori dominanti.
Parole d’ordine: disinvoltura e confort, nuove regole dell’eleganza contemporanea fatta di attenzione al dettaglio come unico tocco di ironica eccentricità.
Gli abiti e le giacche, con una nuova interpretazione della sahariana, in lino e seta o cotone e seta sono sfoderate e leggere grazie a tessuti che pesano dai 140 ai 180 grammi. Le linee sono aderenti e leggermente allungate, le spalle naturali e destrutturate hanno rever ampi o a lancia e si abbinano a pantaloni a vita bassa con le pinces.
Anche il doppio petto perde rigidità e ha una costruzione super leggera come lo spezzato più formale.
Per le occasioni importanti cambiano aspetto persino lo smoking o il tuxedo, reinterpretati in chiave più rilassata.
Impalpabili i trench in pura seta impermeabilizzata.
Le giacche per il tempo libero, ispirate al mondo dei biker, hanno effetti tridimensionali, cinture e tasche a soffietto.
Giochi di contrasti nei dettagli di camoscio utilizzato per profilare i rever o creare intarsi nelle maniche.
I giubbotti di pelle hanno cinture, grandi tasche, e zip in acciaio lucido molto evidenti nei trench più sportivi di abaca e cotone.
Decisamente grintosa la maglia lavorata ai ferri o all’uncinetto per enfatizzare la struttura tridimensionale e sottolineare l’artigianalità della collezione. Lino, seta, cotone ed effetti lucido/opaco.
Se l’abito racconta la storia di chi lo indossa, quello della Corneliani rappresenta il DNA di un brand simbolo della cultura della grande moda italiana sofisticata e rilassata.
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