Per la moda maschile italiana il 2011 dovrebbe chiudersi con un incremento del giro d’affari settoriale pari al +3,4 per cento, intorno ai 8,4 miliardi di euro.
A confermarlo sono le prime stime elaborate da Smi, diffuse alla vigilia dell’avvio di Pitti Immagine Uomo 81 di oggi e riportate dall’agenzia di stampa Asca
Lo studio ha rilevato il ritorno in area positiva per il comparto principale (vestiario esterno), che dovrebbe chiudere l’anno con un recupero del +4,7 per cento. Prosegue anche il trend positivo, iniziato nel 2010, per la maglieria esterna e la pelle, mentre la camiceria risulta stabile.
Nel 2011 la maggior spinta all’industria italiana della moda maschile è stata strettamente collegata al mercato estero, che, dopo la bassa crescita evidenziata nel 2010, ha ritrovato vigore, crescendo del 10,4 per cento in dodici mesi. Anche l’import ha registrato, comunque, un passo in avanti del tasso di recupero registrato nel 2010, che porta a prevedere un +10,2 per cento.
Per quanto riguarda l’export, se il mercato comunitario ha evidenziato un aumento su base annua del +8 per cento, la maggior dinamicità ha riguardato le aree esterne al mercato europeo, il cui tasso di crescita ha raggiunto la cifra record del +20,5 per cento. Per i prossimi mesi, sulla base delle rilevazioni campionarie condotte da Smi, la maggior parte delle aziende operanti nel vestiario esterno maschile (il 56 per cento), confida nella stabilità delle attuali condizioni congiunturali.