Quella di Gianni Molaro per la prossima primavera estate è una collezione che strizza l’occhio all’haute Couture.
Una collezione di diciassette abiti di sofisticata sartorialità per Gianni Molaro, tra cui sette abiti di Art Couture, per raccontare attraverso l’estro creativo del couturier-artista napoletano, tutte quelle crisi che sono parte integrante della vita.
Sfila per la prima volta in Alta Moda La Crisi d’Amore, racchiusa in un enorme cuore di mikado rosso e dal corpino ornato di profili di volti femminili sbalzati in sfoglia d’argento; segue La Crisi di Pianto, abito realizzato solo da ombrelli ricamati da gocce di lacrime lucenti. Non passa di certo inosservata la Crisi Sessuale, imprigionata in un abito scultura rosa salmone, giocato su una costruzione di stravaganti volumi ad imbuto tra la gonna e il corpino, dipinto come un quadro surreale con un unico grande seno. La Crisi di Nervi alterna luci e ombre, bianchi e neri impressi su un abito corto, ricamatissimo, dall’effetto stracciato e dall’enorme collo color arancio.
La Crisi di Identità ha una doppia sembianza scaramantica, di donna nella parte superiore, stretta in un bustino d’oro, e di corno in quella inferiore, racchiusa in una gonna a punta.
La Crisi Mistica è rappresentata da un enorme gonna azzurra di oltre due metri di ampiezza ricamata da nuvole e stelle, indossata sotto un corsetto ornato di petali e piume, Sul capo, una dorata aureola girevole, che la versatilità dell’artista Molaro costruisce da una ruota di bicicletta
La Crisi Economica si nasconde dentro un abito sirena di duchesse di seta e organza nei colori del blu e del verde, arricchito da un grande collo ricamato come la bandiera europea. A tenere alta l’attenzione su un possibile crollo dell’euro, un’acconciatura lampeggiante con tanto di sirena.
Sfila una collezione che ha come fil rouge quella originalità propria a Gianni Molaro, artista eclettico e trasgressivo prestato alla couture, che sa unire l’estrosità ad una perfetta capacità sartoriale, oltrepassando i canoni della moda, per posizionarsi in quella dimensione di quiete e irrequietezza, di sacralità e profanazione, propria alla sua indole.
La sera di Gianni Molaro si tinge di bianco, con abiti morbidi costruiti da sete e organze, arricchiti da enormi copri spalle colorati nelle sfumature del giallo, turchese, fucsia, adattati al corpo come preziosi elementi architettonici solcati da sofisticate rouches che insieme a ricami e tagli disegnano la figura femminile come una tela pittorica.
Esagerate applicazioni di fiori colorati creano asimmetrie e ampiezze di volumi. Ai polsi, bracciali a strascico composti da strane forme geometriche di tessuto lavorato ad incastro, regalano un effetto fiabesco. Sulle spalle imponenti costruzioni conoidi riportano a mondi irreali, dove l’abito, specchio magico dell’artista, diviene il vortice delle sue emozioni.
L’abito da sposa è per Gianni Molaro un quadro su cui imprimere i suoi tratti d’artista disegnati da pennellate di cristalli e ricami. Ma anche una sperimentazione di stili che trasformano l’abito in una dimensione di arte figurativa su cui virtuosismi floreali e geometrici si combinano, si amalgamano, si fondono nella raffinatezza delle trasparenze e nella sapienza dei tagli.
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