Le previsioni sull’andamento dell’industria italiana della moda (tessile, abbigliamento, pelle, pelletteria e calzature) elaborate dall’ufficio studi della Camera della moda, non dicono nulla di buono. Il 2012 infatti potrebbe chiudersi con un calo del 5,2 per cento. Minore potrebbe essere il calo dell’export (-3,1% a 40,5 miliardi), ma la sostanza non cambia. E pensare che nel 2011 il settore aveva chiuso con una crescita del 5,5% e un fatturato di 63,5 miliardi,
Queste le stime divulgate ieri a Milano durante l’incontro di presentazione della prossima tornata di sfilate che si terrà nella città meneghina da mercoledì 22 a martedì 28 febbraio. Presenti il presidente della Camera della moda Mario Boselli e Stefano Boeri, assessore alla Cultura e alla Moda della giunta Pisapia.
La discussione è stata monopolizzata dal tema della crisi economica.”Non mi addentro negli scenari prettamente tecnici e negli aspetti più strettamente finanziari delle due crisi – ha spiegato Boselli – ma voglio sottolineare che l’industria italiana della moda oggi è molto diversa da quella che era nel 2008 e 2009. In soli due anni siamo stati tutti costretti a ripensare quasi ogni processo aziendale, per far fronte a una crisi che ha fatto una selezione a volte fin troppo spietata. Le aziende del settore, in questo inizio 2012, sono più attrezzate per reagire alla crisi e sono anche più sicure della propria forza sui mercati internazionali. Molto più delicata è naturalmente la situazione delle piccole e medie aziende, parte importantissima del nostro sistema. Anche perché sono le più colpite dal credit crunch».
In una fase di incertezza, Boeri e Boselli hanno convenuto quanto sia importante intensificare la collaborazione tra Camera e Comune di Milano per rafforzare il ruolo di capitale mondiale del prêt-à-porter. A partire da mercoledì la città ospiterà sfilate e presentazioni di circa 140 collezioni di abbigliamento e accessori donna per il prossimo autunno-inverno. E per la prima volta il Comune ha concesso (gratuitamente, hanno ricordato Boeri e Boselli) l’utilizzo di alcune sale del Castello Sforzesco, uno dei monumenti più affascinanti della città, forse sconosciuto anche a molti milanesi. Infine, i due hanno concordato sul fatto che le settimane della moda restano un appuntamento per addetti ai lavori: le sfilate non potranno mai essere aperte al pubblico nel modo in cui possono esserlo gli eventi della settimana del design di aprile.