E’ la Scuola Militare Teuile di Via San Luca 3 di Milano a fare da Location per la splendida sfilata di Simonetta Ravizza.
Per il prossimo autunno inverno 2012/13 la Maison scommette su l’haute couture, un esclusivo profumo di tradizione che incontra la tecnologia di ultima generazione.
Pellicce importanti e insieme oltremodo portabili, sogni impalpabili e atemporali, un esercizio di stile duplice, composito e raffinato , un gioco per contrasti e antinomie, una speculare e originale interpretazione estetica condotta soprattutto nel segno autonomo e unificante del nero, contraddetto soltanto da radi tocchi sulla palette dei bianchi.
Un inedito mix di textures ,di linee e consistenze.
La leggerezza delle pelli filettate, come scavate all’interno, peli nobili, visoni, volpi, zibellini, rese aeree e morbide come velluto, che si accosta per opposizione alla dura e contemporanea energia quasi metallica del neoprene, al panno, al tessuto bouclé.
Leggerezza che a sua volta nutre risoluzioni geometriche pure e definite, volumetrie a sacco, a bozzolo, leggermente ovate, tagli magistrali che ricordano i raggiungimenti più alti dell’ age d’or della couture francese e italiana tra gli anni ’50 e i ’60, ma anche la
vocazione astratta dell’arte informale.
Lisa Fonssangrives e Barbarella, bunueliane cadenze sofisticate e bourgeois da Belle de Jour, i Tagli di Lucio Fontana . Un gusto preciso, diverso, che raccorda allure d’antan e uno sguardo fermo e sereno verso il futuro.
Simonetta Ravizza ha creato un total look che, oltre al dessous, si dichiara negli abiti perfetti per un lunch o un dîner en ville, rigorose e aggraziate petite robes nere, ancora nere, seduttive e pratiche, ideale passepartout per la multiforme giornata e le mille sfaccettature di una donna di oggi, dal lavoro alle occasioni sociali.
Poi, i miniabiti in neoprene, sottolineati da dettagli in pelliccia, che ribadiscono al contrario lo stesso concept, il binomio che caratterizza l’intera collezione .
Gli accessori si declinano secondo codici più liberi e con una sfumatura lievemente surrealista . Sono borse in breitschwanz con charms porte-bonheur applicati, bracciali in trecce di pelle e cavallino.
Infine i bijoux, tante croci in particolare, che rammentano le geometrie originarie e la vivacità dei colori Navajo cari a Millicent Rogers, o, ancora, il sensuale neo-baroque ’30 di Fulco di Verdura, fondo aureo con pietre iridescenti e policrome, catalizzatori di luce piena e di bagliori acquei e profondi.
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