Gigantesca retrospettiva a Parigi di oltre 250 immagini nel sulfureo universo newtoniano tra donne bellissime e truccatissime, lussuosamente vestite e intensamente svestite, e dove l’umorismo aleggia su ogni cosa. Helmut Newton (1920-2004), in oltre sessanta anni di fotografia ha costruito un santuario di immagini dove le donne hanno pieni poteri sul sesso, dove i corpi sono belle armi per spaventare, e dove gli uomini sono solo piccole creature.
A volte scioccante, il lavoro di questo figlio della Berlino ebraica ha cercato di ripristinare la bellezza, l’erotismo, lo humor, e a volte la violenza in quei mondi sociali che ha lungamente frequentato: la moda e il potere dunque il lusso e il denaro. La mostra – che terminerà il 27 giugno – attraverso le stampe originali e un estratto del film di June Newton, moglie del fotografo per sessanta anni: Helmut dans June, restituisce al fotografo la sua classicità, la sua dimensione d’artista poiché se è vero che Newton ha lavorato per lo più nel quadro di una “fotografia applicata” alla moda e ai ritratti, la sua opera è comunque parte di un’ampia prospettiva artistica.
Un lavoro che è esperienza di libertà, nei temi e nella forma e soprattutto che rivela una visione nuova ed unica del corpo femminile. Pierre Bergé disse di Yves Saint Laurent che diede il potere alle donne. Si potrebbe dire la stessa cosa di Helmut Newton, che ha accompagnato a lungo e intimamente – e non è una coincidenza – i primi passi dello stilista. Nude o in smoking, le donne di Newton sono potenti, seducenti, dominanti, mai fredde ma spesso intimidatorie. Sono donne che hanno la piena libertà del proprio corpo, che è disponibile a tutte le fantasie. Si tratta di donne ricche, che hanno conquistato il mondo e il suo denaro, e vivono in una estrema raffinatezza. Lusso, classe e piacere: questo potrebbe essere il motto delle donne newtoniane.
La mostra, tuttavia, non si concentra solo sulla rappresentazione delle donne da parte di Newton, ma ripristina i vari campi, a volte più segreti del suo lavoro. Progettata da June Newton (della quale è in corso una mostra alla galleria Sozzani di MIlano) e punteggiata di citazioni dal fotografo, è anche la mostra di “Newton & Newton”. Tutti i motivi di cui sopra fanno di Newton un fotografo amato e detestato allo stesso modo, da chi, forse, ha difficoltà a riconoscere nelle immagini dell’artista la carica fortissima di provocazione, l’umorismo diffuso che invita a prendere le distanze da ciò che si sta guardando con ammirazione. “Mi piace fotografare le persone che amo, quelle che ammiro e quelle che sono famose, soprattutto quando è per le ragioni sbagliate”, più chiaro di così….