Allergie: come difendersi dal raffreddore da fieno

Per molti la primavera è sinonimo di allergie, poichè le piante fioriscono e dunque il fenomeno della pollinosi si fa intenso.

Per molti la primavera è sinonimo di allergie ai pollini. In questa stagione tutte le piante fioriscono e dunque il fenomeno della pollinosi si fa intenso causando allergie respiratorie nei soggetti a rischio. Comunemente definito “raffreddore da fieno” si manifesta quando la concentrazione dei pollini nell’atmosfera supera i 10-20 grani di polline per metro cubo d’aria, ma è comunque variabile a seconda della specie.

Le reazioni allergiche possono essere in molti casi violente ed interessano principalmente gli occhi e l’apparato respiratorio sia a livello degli alveoli nasali che della mucosa bronchiale.
I disturbi legati agli occhi si manifestano con lacrimazione, prurito, arrossamento e fastidio a seguito dell’esposizione a fonti luminose particolarmente intense.

I disturbi legati all’apparato respiratorio, che sono i più pericolosi, si manifestano attraverso le difficoltà respiratorie conseguenti al broncospasmo, starnuti, tosse, ma possono anche sfociare in vere e proprie crisi asmatiche con pericolo di soffocamento. In alcuni soggetti particolarmente sensibili si possono anche avere reazioni cutanee con arrossamenti e gonfiore soprattutto a livello del volto e delle braccia.

Ecco alcuni consigli per combattere queste forme di allergia oltre al fatto che è importante sapere quando e dove i pollini incriminati raggiungeranno il loro picco di incidenza. Un suggerimento che occorre dare anche a chi sta già programmando le prossime vacanze estive o dei semplici week end fuori porta.

Le concentrazioni di pollini sono maggiori nelle giornate ventose e soleggiate e calano invece con la pioggia; tenere chiuse le finestre, in particolare fra le 10 e le 16, nel periodo di maggior emissione di polline preferire l’uso del condizionatore; evitare se possibile le attività all’aperto nelle ore in cui le concentrazioni di pollini sono maggiori (fra le 10 e le 16).

L’allergia più comune è quella alle graminacee, che tra aprile e giugno hanno la maggior emissione di polline, che stimola essenzialmente oculonniti e asma. L’allergia al cipresso invece sviluppa rinite e congiuntivite ed il suo periodo di impollinazione è tra febbraio e marzo. L’allergia parietaria è molto diffusa in Italia ed in tutta l’area del mediterraneo, mai sopra i 900 metri di altitudine. Il picco massimo di pollinosi si ha tra febbraio ed aprile, ma in realtà nell’aria si trovano pollini di queste piante ormai durante tutto l’anno (fatta esclusione per il mese d’agosto o dicembre). Provoca rinite, congiuntivite ed anche attacchi d’asma gravi: i pollini sono molto piccoli e dunque penetrano in profondità nelle vie aeree.

Anche l’ulivo come la parietaria è particolarmente presente in Italia, con il suo carico di allergie. Ha un’intensa pollinazione, per fortuna non di lunga durata: nell’area mediterranea va da metà aprile fino alla fine di maggio. Ha però una particolarità: l’alternanza pollinica, ovvero la fioritura intensa ad anni alterni, che sviluppa vicendevole sintomatologia. In più ha il suo picco nelle ore mattutine. Solitamente provoca rinite allergica e congiuntivite, più raramente asma. Frequente l’incidenza dei pazienti affetti da allergia all’ulivo ed anche agli acari.

L’allergia alle Betullacee si manifesta tra marzo e maggio. Sono presenti in tutta Europa ed in particolare nei paesi scandinavi. In Italia invece la betulla è particolarmente frequente sulle Alpi e gli Appennini tra i 1.000 ed i 1.800 metri di altitudine. Molto presente anche nelle città del settentrione quale diffusa pianta ornamentale. In genere l’allergia in questo caso si manifesta con rinite e congiuntivite

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