La nuova collezione di Les Hommes per l’inverno 2013/14 inizia con un viaggio. Si entra, infatti, in un cubo nero, che in parte nasconde e in parte celebra la bellezza di Palazzo Serbelloni a Milano.
È un ritorno a un momento indimenticabile di bellezza estrema. La memoria va all’estetica assoluta di un film di Luchino Visconti, “La caduta degli dei”, con le intepretazioni indimenticabili di Dirk Bogarde e Helmut Berger. Il capolavoro celebrava la dissoluzione di un’epoca, il frantumarsi del suo fascino. La collezione di Les Hommes inizia proprio da qui, senza nostalgia, anzi, provando a spingere quell’attimo di perfezione – prima del tracollo – ai giorni nostri e alle rivoluzioni radicali a cui siamo esposti.
L’atmosfera è cupa, romantica, celebrativa. I colori sono scuri, i tessuti parlano del lusso di seta, velluto e pelliccia di volpe. L’attenzione va tutta alla sartorialità, soprattutto quando si parla di giacche ripensate per ibridare doppiopetto illusori e field jacket-tuxedo.
Inevitabile il richiamo al design Déco. I motivi grafici in bianco e nero, le lavorazioni a diamante, le tappezzerie di rose diventano fantasie e tessuti. È come se il meglio di un interno berlinese degli anni Trenta si facesse abito.
La caratteristica finale di questa collezione è un ossimoro, una crasi tra due termini agli opposti: militare e delicato. Le divise si fanno così gentili, dolci, fluide. Irrompono in questo insieme grandioso e celebrativo come una marcia cullante. Sono l’ultimo gradino in una scala ascendente che invita a vestirsi, a osare le sovrapposizioni, a celebrare il massimo dell’eleganza maschile.
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