Roberto Cavalli, sfilata moda uomo collezione autunno/inverno 2013/14 – Milano Fashion Week.
Ambiente ovattato, candele profumate, drink ricercati ma anche le note blues dal vivo dei Cyborgs, “un sound che viene dal futuro per portare il passato nel presente…”. Ed è inutile sottolineare come la definizione calzi su misura anche all’approccio concettuale di Daniele, figlio dello stilista Roberto Cavalli e suo braccio destro nella creazione della collezione uomo.
Tra moquette, velluti, specchi, design, ecco il moderno Gentlemen’s Club proposto in un attico di Piazza San Babila, nel cuore di Milano. Un allestimento sontuoso e glamour, tra tradizione sartoriale e nuovi linguaggi di comunicazione.
La nuova collezione, è appesa su busti sartoriali, pronta per essere toccata, scoperta, “degustata” nei suoi bouquet più preziosi.
Vari gruppi in un interno: ognuno di questi con un suo carattere ben definito ed evidenziato dalle grandi e potenti immagini del ritrattista inglese Rankin, una delle figure creative più influenti nel campo della fotografia e comunicazione delle ultime due decadi, che danno l’idea di quale impatto corale offrano, indossate, le nuove creazioni.
Non a caso tanti caratteri maschili: l’obiettivo è rivolgersi a un pubblico variegato e in particolare a chi, per diversi motivi, si è sempre sottratto alla moda. Per la sua storia Cavalli non può partire che dalle stampe ma il modo è inedito, allusivo, sperimentale.
Serpenti, coccodrilli, lucertole, pelli e piume sono stati inquadrati e artisticamente destrutturati attraverso la capacità magnetica d’un teleidoscopio che scompone un’immagine restituendo però frammenti di realtà.
Piccole stampe che conquistano la cravatteria, recuperata con convinzione e quasi con senso giocoso ma che finiscono anche sul pantalone setoso, la camicia e, infinitesimale, sulla giacca in jacquard del tuxedo.
Il tuxedo, immancabile nell’armadio del gentleman di oggi. E dunque simbolico in una collezione del genere, che infatti prevede una tuxedo room accessoriata (come un guardaroba) di papillons, gemelli, fasce di seta, slippers.
Ma simbolico anche per un voluto scambio di ruoli.
Il formale, a cominciare dal tuxedo, diventa più accessibile, viene indossato senza rigidezze, spezzato per esempio, con il papillon che spunta da sotto il colletto (o sostituito dal bottone gioiello), con le slippers ironicamente lucenti di paillettes.
Il casual invece acquista rigore, a cominciare dai giubbotti in denim dalle maniche trapuntate o in morbido coccodrillo.
E’ una collezione dalle tonalità scure, che scopre i colori (lampi di rosso cupo e verde giada) come se fosse improvvisamente illuminata da fasci di luce.
Le giacche sono più corte, i revers delle giacche più stretti, i pantaloni più morbidi in vita e sulla coscia per assottigliarsi alla caviglia.
Molto astrakan su cappotti e colletti. Scarpe con borchie in acciaio che sembrano squame e slippers in oro.
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