Roberto Del Carlo nel suo percorso attraversa le etnie dell’Africa, sospende il decoro e lo sintetizza in pochi gesti, definiti e pregnanti. Tagli vivi e punti grossi dati a mano, infilature in pelle e incroci sono i dettagli che si muovono con casualità studiata sulla struttura della scarpa chiusa totalmente dalla pelle.
Il minimalismo è scelta, la forma è fondamentale. In una moda che può sembrare semplice è la ricerca materica che va oltre ogni tipo di immaginazione. Vitelli mossi, vernici destrutturate, canguri lucidi, camosci effetto gesso, in una selezione di colori sobria e sorprendente che si rifà ai toni della terra e della natura primitiva. Marrone, terra, sabbia, cuoio, pietra, e deviazioni eccentriche sul viola, il rosa e il verde, sempre polverosi.
Lanciati nell’altezza i sandali con zeppa con cinturini alla caviglia per salire e guardare il mondo dall’alto.
Rasoterra i sandali chiusi da sottilissime stringhe di pitone policrome, primitivi e solari.
Le scarpe maschili trattengono la frangia esasperata nella lunghezza.
Il decolleté è severo ma stemperato dal colore e dal design curvilineo del tacco.
Il mocassino squadrato e casto cela una sensualità sottile.
L’origami chiuso da una cucitura è il decoro delle scarpe a punta aperta.
I sandali “gabbia” taglio vivo trattengono il piede con linee di colore netto.
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