La trasformazione è il principio cardine della nuova collezione Gianfranco Ferré, disegnata dai direttori creativi Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, metaforicamente tradotta dall’evoluzione del baco in farfalla, dalla materia ripiegata su se stessa, poi liscia e seducente, dalle forme e nuance naturali che degradano verso una leggera evanescenza fino ad ispirare totalmente la nuova stagione.
Dal tessuto emergono superfici incredibilmente elaborate e al tempo stesso delicate, senza peso, quasi impalpabili. Spirali metalliche sono ricamate e martellate su organza per un effetto corteccia; lamé di seta plissettati e placcati si compongono di fibre ultra leggere, fini come le trame di una ragnatela; voile gazar satin è goffrato a telaio, ricamato e battuto a mano come un gioiello naturale. Le pieghe e le volute della materia creano linee e forme pervase dal senso di equilibrio architettonico.
Materia che avvolge la figura, girando intorno alle sue curve, senza costringerla, come una seconda pelle. Il movimento è disegnato da lievi aderenze e silhouette cocoon, spesso combinate nello stesso outfit per sottolineare l’alternanza di volumi diversi ma complementari. Le giacche sono vicine al corpo, leggerissime, pur aprendosi a petalo per liberare i fianchi. I pantaloni sono sartoriali, fluidi, morbidi o essenziali, femminili, segnati sul punto vita, anche dalle cinture gioiello obi che caratterizzano gonne, giacche, cappotti e abiti.
I cocktail dress, tagliati sopra il ginocchio, hanno scollature asimmetriche e profonde aperture sulla schiena: creati da giochi di plissé che formano una corolla o trattenuti da fasce tubolari metalliche, che si modellano anche in provocanti bustier. Alcuni abiti alternano top di morbidissima nappa, borchiata sotto la superficie, con l’organza di seta degradé, e viceversa. Sono questi accenti unconventional a svelare lo spirito più audace di una donna estremamente femminile, indipendente, libera dagli schemi e dalle attese.
La palette cromatica è pervasa da tinte neutre, setacciate, leggere, come il sabbia, il miele e il nude. Ovunque compaiono pennellate d’oro, e di platino, che sconfina in sottilissime tonalità di grigio iridescente. Il nero e il bianco serico sono imprescindibili.
Macro catene d’oro e brillanti, e bracciali con pietre dure sfaccettate, multicolor o monocromatiche come borchie, sormontanti l’una sull’altra, illuminano il debutto della nuova collezione di gioielli design- inspired, prodotta e distribuita in partnership con Damiani. Destrutturate e morbide, le borse rispettano la propria natura funzionale, dalle maxi bag drappeggiate ai modelli più piccoli, proposti anche in camoscio plissé.
Spirali metalliche attraversano le superfici, insieme a zip asimmetriche che trattengono le volute della pelle o si schiudono per svelare nuovi scompartimenti, mentre dall’interno emergono manici torchon per portare la borsa a mano, come una sacca 24 hours.
Le pochette gioiello sono plasmate con gli stessi tubolari lucenti degli abiti o con i fili metallici che animano la struttura dei bustier e delle cinture ma anche dei sandali e delle décolleté: accessori nudi, trasparenti, issati su tacchi a spillo meccanici e costruiti come ingranaggi preziosi che s’intrecciano in reticolati di tono futurista.
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