Per la prima volta, Aldo Coppola ambienta le sue divine creature nella lievità del nulla. Un ‘non luogo’ – aereo, etereo, soffuso – da dove tutti veniamo e dove tutti vorremmo andare. Perchè lì, per ognuno, c’è la perfezione, la serenità, l’acquietarsi di ogni lotta, di ogni paura, di ogni conflitto. La parte più vera di ciascuno può finalmente esprimersi, immaginare se stessa proiettata sulle pareti dell’infinito, trovare la scheggia di eternità che non deve più celarsi. Luogo interiore dall’immenso respiro, che solo attraverso il talento – qualsiasi talento – può svelarsi e ‘riempirsi’ di idee, sogni, progetti.
Così, l’ispirazione di Monica Coppola, le sue mani unite a quelle del Maestro e la vocazione di Fabrizio Ferri a cogliere l’attimo prima che fugga via raccontano una storia di speranza. ‘Anche tu puoi trovare il tuo luogo, la tua dimensione, la tua essenza’.
E il colore non è che una traccia da seguire per non perdersi: soffio nell’aria, carezza sul volto, coup de foudre fra i capelli, sedotti da forme ora impalpabili ora voluttuose.
No place. All place. Dodici mesi, abbiamo dodici mesi per scoprire che il nostro luogo dell’anima forse più vicino di quanto pensiamo.
E’ puro spazio universale, da dove tutti provengono, dove tutti vorremmo andare e dove si manifestano i sogni, desideri che nascono da pura luce, essenza che con un soffio di vento leggero prende forma e colore danzando al ritmo del respiro della vita.