Raffaella Curiel dedica uno speciale omaggio a Roma.
“Dolce Roma, Roma sorridente, Roma affettuosa, Roma lucente, gaia, allegra: Roma amica.
A Roma non ci si sente soli. Fin da bambina ne ho subìto il fascino, giocando a nascondino con quei raggi di sole che tiepidi mi avvolgevano e che dolcemente s’infiltravano fra i rami dei lecci, dei pini marittimi, delle querce, in armonie di verdi a Villa Borghese o che si allungavano pigri sui muri ocra dei Palazzi.
Attonita poi, strisciavo le piccole dita e accarezzavo i bianchi travertini, i marmi secolari.
ed amavo quelle lievi ruvidezze che mi parlavano di antichI Lidi lontani.
Ma il mio vero gioco era fare “saltarello” sui sanpietrini color mastice che nella mia
fanciullesca fantasia formavano mosaici fiabeschi.
E ancora, vedevo da lontano le belle dame romane così eleganti, al Pincio, incedere con la grazia di leggiadre vestali alla “Casina Valadier” sognandomi già ragazza. Poi, più sotto, ecco la magia dei concorsi ippici di Piazza di Siena dove, giovane sposa, innamorata, vedevo fulgidi destrieri domati da grandi cavalieri, fra cui mio Marito.
I tramonti scendevano dolci e mi inebriano oggi come allora, nel profumo delle luci che quietamente si spengono riempiendo le piccole nuvole di mille petali di rosa.
Roma in ogni angolo, in ogni luogo, dalla terra al cielo, è bellezza pura.
Per questo ho desiderato, da sempre, renderle un omaggio, carpendone la forza e la delicatezza, ispirandomi ai suoi colori, ma soprattutto cercando di esprimere la gioia indescrivibile che sempre mi ha suscitato e che ogniqualvolta mi regala.”
Raffaella Curiel
Per la collezione primavera estate 2010 la stilista rievoca un percorso storico e di stile di 30 anni di Alta moda Romana per Raffaella Curiel.
I tailleurs hanno giacche con spalle femminili, che fasciano i fianchi e avvolgono il collo con petali o piccoli revers che sbocciano come fiori. Sotto, piccoli abiti “curiellini” ma, anche, gonne tagliate a corolla o con sovrapposizioni di teli che formano giochi femminili e sensuali.
Gli abiti da cocktail sono nuvole leggere che si rincorrono come le cadute di antichi pepli e i piccoli corpini sono drappeggiati o addolciti da nervature e plissé.
I vestiti di lino ingualcibile o di cady hanno le geometrie dei vetusti resti architettonici
dell’antica Roma o attraverso i magistrali ricami traforati ci parlano di quel Barocco romano
così dolce e gentile.
Per la sera gli abiti hanno trasparenze sovrapposte ispirate alle dee e alle vestali della Roma imperiale, i corpini impero e drappeggi nelle gonne che avvolgono la silhouette rendendola giovane e sofisticata.
Le tele di seta per i tailleur mischiati con rafia e nastri di tulle, gazar, shantung.
Crèpes, crèpes marocaines, georgettes, mousselines per il cocktail e la gran sera.
Molti stampati come fiori nelle luci del tramonto, come aiuole dei giardini, geometrie leggere
come voli di gabbiano.
I bianchi e i blancs cassés dei marmi e dei travertini, i verdi di Villa Borghese, le gamme dei
gialli dei Palazzi Romani, i celesti del cielo di Roma, i rosa dei tramonti e il rosso del fuoco
sacro delle vestali, il bianco e nero.
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