Giunta alla seconda edizione, MI Milano Prêt-à-porter, organizzata da Fiera Milano Rassegne, rinnova le caratteristiche sperimentate con successo in occasione della “prima volta”, lo scorso settembre, con un’area dedicata all’avanguardia e un concept che si concretizza come laboratorio di idee e determinante punto di riferimento per i prossimi trend. In più, un riconoscimento internazionale per la qualità e la certificazione delle presenze.
MI Milano prêt-à-porter si appresta dunque a fare il bis con alle spalle un debutto di tutto rispetto a partire dalla certificazione di Ufi, associazione internazionale che riunisce i maggiori operatori fieristici e che ha conferito alla rassegna milanese la “approved quality label” grazie al fatto di essere l’ unica rassegna a godere di dati ufficiali sulle presenze attestati da un ente super partes. La certificazione Ufi è stata conferita a MI Milano Prêt-à-Porter a Zagabria, nel corso del 76° congresso dell’associazione e rappresenta per Fiera Milano Rassegne un significativo e prestigioso riconoscimento.
La manifestazione che nella passata edizione ha ospitato con successo una capsula di talenti provenienti da Who’s On Next e numerose collezioni di nicchia accanto ad un’offerta più tradizionale, conferma la propria vocazione alla qualità apprestandosi ad aprire i battenti il prossimo 26 febbraio e portando sotto i riflettori oltre 200 collezioni per l’autunno-inverno 2010-11: l’intento è sempre quello di vincere facendo appello alla selezione di marchi dalla personalità forte.
Da un lato, un gruppo di brand emergenti, attinti dal patrimonio dei giovani creativi sullo scenario italiano e mondiale, dall’altro aziende ben affermate del settore che propongono qualità delle materie prime e della manifattura. Il fine è portare il meglio dell’offerta senza tradire la mission della vendibilità e della sintonia con le logiche di mercato. Continua dunque l’attività di scouting di giovani talenti cui MI Milano Pret à Porter potrà dare grande rilievo.
Il binomio Milano-moda corre così sui binari della ricerca. E, allo stesso tempo, delle strategie ben calibrate sull’equilibrio tra le dinamiche interne della manifestazione e la volontà di apertura alla città, anch’essa una costante che nella seconda edizione si rafforza con l’apertura al pubblico di una mostra.
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