Abbiamo atteso tanto l’uomo della nostra vita, ma nel momento più bello un’altra angoscia sembra assalirci: come dovrà essere l’anello di fidanzamento?
Sembra che il dubbio più grande riguardante un rapporto, dopo i problemi e la compatibilità di coppia, sia legato alla scelta dell’anello di fidanzamento.
Il prezioso simbolo d’amore eterno, dalla circonferenza che indica l’infinito e che tradizione vuole che si indossi all’anulare sinistro, dito direttamente collegato al cuore da una romantica vena, desta non poche perplessità.
La ricerca del gioiello perfetto può impiegare anche sei mesi e, se il partner non ci ha già lasciate lungo il percorso, attraversa diverse fasi.
Per prima cosa c’è la ricerca della pietra, da una parte c’è la fazione di chi vuole tutto nuovo e moderno, le cose antiche potrebbero portare sfortuna, avere chissà quale maledizione: ma dall’altra parte ci sono le sostenitrici degli oggetti d’antiquariato, pietre preziose vintage, dense di storie travolgenti.
Questa seconda ipotesi, la pietra di seconda mano per intenderci, potrebbe portarci in giro per tutte le mostre d’arte, mercatini e aste d’Italia, conducendo il nostro fidanzato allo sfinimento.
Poi c’è internet che ci apre le porte verso il mondo, e magari quel tipo di anello che vogliamo e che è l’unico degno di rappresentare il nostro amore, si trova solo in paesino sperduto nel Sussex in Gran Bretagna o un negozietto nei borghi parigini.
In seguito bisogna decidere il materiale, oro o platino? E l’oro come deve essere, bianco, giallo o rosa, colore di tendenza in questo momento?
E la forma. Classica, moderna, dai dettagli déco… e chi più ne ha più ne metta.
Per non parlare del brand: Tiffany, Damiani, Cartier, firme che fanno sognare tutte noi, ma i prezzi… quelli fanno venire gli incubi, soprattutto al nostro fidanzato.
Però i gioielli si possono anche un po’ copiare, allora ecco che ci rechiamo dal nostro orefice di fiducia con la foto dell’oggetto tanto agognato.
Insomma, dal primo anello regalato nella storia per suggellare un amore, quello risalente al 1477 quando il consigliere dell’arciduca Massimiliano D’Austria suggerì per iscritto al futuro imperatore di donare alla fidanzata Maria di Borgogna un anello con diamanti, questo piccolo oggetto è sempre stato cruccio di uomini e donne, ma una volta messo al dito sarà per sempre. O quasi.
Di Raffaella Ponzo
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