La collezione nasce da visioni di eleganza del secolo scorso tradotte in linguaggio attuale per arrivare ad una donna che nel terzo millennio possa essere e non solo avere.
La donna CANGIARI veste antichi sapori, quelli che provengono dalla tradizione delle “maestre” che tessono cantando nenie come fossero mantra, ma vuole indossare abiti tessuti con filati che rispettino la sua coscienza, la consapevolezza di un vivere responsabile.
Il concetto di eleganza di CANGIARI parte dalla realizzazione di capi che annullano spazi e tempi, che creano un guardaroba il quale, pur essendo nato in un luogo geografico cosi preciso e con storie drammatiche incise nella memoria collettiva, può volare e trasportarsi in qualunque altra latitudine.
Sono capi che possono essere indossati in ufficio come ad una serata con gli amici, studiati per potersi mescolare ed unire per creare altre forme, sartorialmente destrutturati, ma che una volta indossati delineano volumi inaspettati e desueti.
I capispalla hanno vezzi che richiamano la sartoria maschile, con lunghezze che, coprendo il ginocchio, annullano e paradossalmente enfatizzano le forme. I pantaloni crociera allungano la silhouette, le gonne con pinces, ora interne ora esterne, assecondano i corpi rimandando alle anfore di Seminara. Le giacche-gilet che, partendo dalle spalle, accennano il punto vita, le cappe e le cinture che assicurano il corpo in chiave cocooning.
I ricami definiscono trame ad occhio di pernice o spigati, esaltano cuciture taglio vivo e illuminano dettagli da ricercare.
I tessuti al telaio sono realizzati con filati biologici in mescole di lana e cotone, lana e seta, seta e cashmere, e anche in flanella bio e seta naturale di bachi allevati in Calabria.
I colori naturali sono quelli del mare e della terra: ruggine, rame, glicine, ottanio e carta da zucchero.
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- Scritto da Redazione
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La donna CANGIARI veste antichi sapori
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