Forte e possente, pagano e cristiano, Francesco Scognamiglio ha scelto il pesce, simbolo trasversale di nobiltà, di potere, di prosperità, per conferire un’allure unica alla sua collezione Donna Autunno/Inverno 2010/2011.
Intrecciati tra loro, illuminati da cristalli evanescenti incastonati ad effetto, realizzati con minuzia da artisti-artigiani come pezzi unici, i pesci avvolgono e valorizzano la silhouette e i suoi punti-chiave sotto forma di collane, cinture, bracciali, sommando glamour e senso di potere.
E disegnano anche tacchi pressoché unici e un po’ magici. Con la testa del pesce avviluppata sotto la tomaia a sostenerla ed il corpo che si allunga verso il fondo della scarpa a disegnarne il tacco, estendendosi oltre il tallone in lunghezza. Un tacco-scultura che suggerisce incanto e una nobile bellezza, decisamente fuori dall’ordinario…
Sensualità simbolica per la collezione autunno-inverno 2010/11.
E’un gioco, una ricerca, uno studio, un divertissement. La donna di Francesco Scognamiglio, ieratica come sempre, affida ad un simbolo antico e possente la sua rinnovata identità estetica.
Pagano e cristiano, il pesce è emblema di potere, di prosperità, di positività. Pezzi unici realizzati con minuzia da artisti-artigiani, sotto forma di cinture, collane e bracciali ma anche di tacchi, esso avvolge e adorna la silhouette. Facendo risplendere qua e là cristalli color vetro dalla luminosità evanescente. Persino il capo-icona di Francesco Scognamiglio, la blusa candida, è una somma di “sfoglie” di organza che evocano le squame e danzano lievi con il movimento.
Eterogeneo,seppur sartorialmente impeccabile, è lo sviluppo formale e materico della collezione. La scansione geometrica lascia spazio ad una certa scioltezza nelle spalle destrutturate. Per contro, trattamenti al neoprene generano una certa rigidità nei tessuti, guardando al futuro ma conservando la classicità delle trame – come se nascessero da telai antichi – delle lane trattate o crude, oppure ancora impalpabili e sottili come se risultassero dalla filatura di capelli. Il pizzo costituisce una presenza determinante, ma sempre in versione lavata, con le sembianze del vissuto. La tendenza vuole tutto piccolo e corto, mentre il pantalone, tagliato al maschile è anatomicamente calato e strutturato sulla figura femminile. Singolare è anche la conformazione dei cappotti, minimali e perfettamente diritti, senza il minimo orpello sul davanti, iper “tailored” e scultorei sul dietro.
E’ eterogeneo, per raccontare un messaggio di femminilità sfumata ed intrigante, anche il lessico cromatico. Nero, per la pelle ed il pitone. Toni pacati, come mastice e grigio fumo. Sfumature dolci di verde menta, rosa cipria, carta da zucchero. Una sorpresa: dopo dieci anni di protagonismo ininterrotto nelle collezioni dello stilista, l’oro ora è assente. Si compie una sorta di voluto distacco. Per cedere il posto all’argento antico, in equilibrio tra enfasi mitologica e tracce di futuro.
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