Dal freddo nasce la nuova collezione di Manuela Arcari, che immagina un guardaroba di panno e sovverte l’ordine del sopra e del sotto: grazie ai tessuti spessi il rigore del taglio e la pulizia della silohuette guadagnano altissima definizione. Gli accessori, cinture, colletti e cappucci scolpiti in pelle e in feltro, decorano il corpo di volumi futuristici. La tavolozza comprende solo il cammello, il grigio, il nero e un marrone caldo. Tutto dedicato a una donna appassionata di realtà, che coniuga la cultura dell’eleganza classica ad un nuovo saper vestire stagionale.
I temi ricorrenti di Ter et Bantine si accostano l’un l’altro con la qualità di un patchwork, come richiede il contemporaneo. Le gonne lunghe, spaccate o ingentilite da balze evocano gli anni settanta, le ghette alte richiamano i sessanta. Predominano i capispalla consistenti, i pantaloni, le mantelle di ispirazione militare e le costruzioni intuitive, primarie che rimandano all’etnico senza diventare di genere. Un tocco glamour maschile è offerto dai completi in laminato argento, dalle paillettes effetto mimetico oro argento e nero opalescente. Materiali preziosi come il velluto, la pelle elasticizzata e gli imbottiti di seta sono utilizzati in versione quotidiana, per gonne casacche e trench. Su tutto si innesta uno spirito folk che dall’incontro con la tradizione minimalista del marchio raggiunge un equilibrio di elegante atemporalità.
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Piazza San Babila, fulcro della moda milanese, delle sfilate e punto di incontro della movida cittadina, è molto più di un semplice luogo di passaggio.