L’Alta Moda le Spose le vuole Faraoniche

Moda Sposa: La primavera estate 2014 ha mostrato una donna abbigliata per il più importante giorno della sua vita, elegante, di classe, ma anche innovativa.

Durante l’Alta Roma, la settimana dell’Alta Moda a Roma, gli stilisti più blasonati si sono occupati anche di abiti da sposa.

La primavera estate 2014 ha mostrato una donna abbigliata per il più importante giorno della sua vita, elegante, di classe, ma anche innovativa.
Renato Balestra ci propone un abito lungo, con la scollatura che lascia le spalle nude e che assembla varie sfumature di bianco esaltato da un fitto ricamo che, nell’insieme, ricorda l’immagine di una candida ninfea.

Dall’altro canto però, Gattinoni fa sfilare un originale abito dalla linea geometrica, molto squadrato, da un taglio all’altezza del seno audace e sensuale. Anche la proposta trucco è particolare, infatti crea delle doppie sopraciglia di un candido bianco.

Sarli punta sul romanticismo e presenta un abito lungo, tradizionale e imponente.
Spalle nude e tulle ricamato con applicazioni di fiorellini e cristalli. E se nella parte anteriore l’abito è piuttosto aderente, dalla schiena invece, si apre fino a formare una gonna molto ampia.

La sposa è assolutamente virginea per Raffaella Curriel , l’abito è bianco, accollatissimo e tutto in pizzo lavorato. Le maniche sono lunghe, castigato nel taglio, ma assolutamente elegante e d’impatto, soprattutto per la cura dei particolari.

Ma la sposa che ha stupito più di tutti, è quella firmata Molaro. Tra una faraone ed un leone, la sposa si veste di bianco, avorio e oro.

L'Alta Moda e le Spose - abito Molaro

Trasgressiva, esagerata, eccentrica, ma bellissima. L’abito è impreziosito da ricami dorati dalla linea geometrica. Molto aderente, da un taglio a sirena, sul capo invece del tradizionale velo, lo stilista ha proposto un immenso turbante, tipico delle spose africane. E, anche se dubitiamo che qualcuna di voi si presenterà all’altare vestita così, possiamo sempre prendere qualche spunto, per stupire, anche in quel giorno.

Di Raffaella Ponzo

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