«Per questa collezione Primavera/Estate 2011 e anche la mia ultima sfilata per LACOSTE, volevo esprimere la vera essenza del marchio», afferma il Direttore Creativo Christophe Lemaire. «Si tratta di un look sportivo e elegante, disinvolto e allegro, netto e nitido. Insomma, di capi classici, moderni e minimali».
Ispirata ai disegni geometrici dell’Op Art, alle linee chiare e marcate del Bauhaus, e in modo particolare alla Villa Noailles, residenza modernista progettata da Robert Mallet-Stevens, la collezione è molto architettonica, d’impronta decisamente grafica.
La sfilata prende il via con delle texture a contrasto in nero e in varie sfumature di bianco: il gesso sul cotone, l’ottico sul nylon croccante, il bianco sporco sulla pelle scamosciata. Lemaire propone dei volumi freschi per la donna, allargando i sopra o i sotto con pezzi come le bluse scollate a V con maniche a kimono oppure le tuniche di maglia a motivo nido d’ape ingrandito.
Poi Lemaire volge verso una palette calda e solare fatta di color tabacco, rosso sangue e arancione mercurio. Una polo smanicata in rete di cotone indossata sopra i pantaloncini corti in pelle scamosciata perforata ci ricorda che il look sportivo può ancora essere sexy, mentre i copricostume acquistano un nuovo fascino nella stessa rete di cotone, in pelle scamosciata perforata o in spugna morbida e soffice.
La sfilata conclude mettendo in risalto l’eleganza rilassata per cui LACOSTE è rinomato. Lemaire rivela un lato spiritoso del proprio carattere con delle giacche prive di colletto, in realtà dotate di bavero e revers stampati a trompe l’oeil. Quindi mostra la sua grande capacità di mescolare gli stili ‘street’ e sport grazie a un ibrido contemporaneo che sarà sicuramente il ‘must’ per l’uomo della prossima stagione: i pantaloni a piega contraddistinti dalla caviglia stretta a coste tipica della tuta sportiva.
«Vorrei ringraziare tutte le persone – le equipe del gruppo, la mia famiglia e i miei amici – che si sono riunite a me nel corso degli ultimi dieci anni per rendere LACOSTE quello che è diventato oggi», aggiunge Lemaire. «Merci et bon courage. Vive le Crocodile!».