Il legame che unisce Dior al Giappone ha una lunga storia.
Fin da bambino Christian Dior era follemente innamorato dei disegni giapponesi, che in età adulta avrebbe definito la sua “Cappella Sistina”.
Un amore che lo ha portato, nei primi anni ’50, a concepire una serie di capi che vennero realizzati nell’Atelier di Tatsumura di Kyoto.
Un rapporto di stima condiviso, tanto che lo store di Tokyo iniziò a vendere la sua Daimaru Haute Couture da li a breve.
E poi la consacrazione, quando Dior ricevette l’incarico di disegnare tre vestiti per la parte di cerimonia civile della Principessa Michiko.
Ed oggi, il Direttore Creativo Raf Simons, condivide quella passione scegliendo Tokyo come prima tappa del tour mondiale per presentare la prefall di Christian Dior.
Ben 1400 fortunati ospiti, tra cui Audrey Tautou e Hailee Steinfeld in una location suggestiva, il Tokyo Kokugikan, il Sumo Stadium della metropoli giapponese.
Perchè Tokyo? Come sottolinea Sidney Toledano (CEO di Dior), “il Giappone è un Paese chiave per il lusso e per la moda”
Ed ecco allora calcare la passerella un nuovo concetto, quello di Megalopoli, un tributo alle proposte iconiche della maison, reinterpretate dal genio di Raf Simons.
Il messaggio è chiaro, ovvero abbracciare le metropoli futuristiche, quel mix di fantasia e realtà che solo lo stile di Tokyo riesce a regalare appieno.
Nella Esprit Dior 2015, Raf Simons, l’Oriente incontra l’Occidente, un mix riuscito di contemporaneità e tradizione, che si racconta look dopo look, con una serue di capi che mettono in luce lo stretto rapporto tra la casa di moda d’Oltralpe e l’impero del Sol Levante.
“Tokyo è un luogo molto stimolante” aveva detto Raf Simons “Soprattutto in termini di libertà, dove le persone riescono ad esprimere la propria individualità ed il proprio stile, attraverso una nuova ‘architettura’ di abbigliamento, capace di raccontarsi per strada con disinvoltura”
Affascina Tokyo, un luogo di divertimento e piacere mescolato con il pratico ed il quotidiano.
Qui un estremo contrasto di stili si racconta in una sfilata suggestiva con i tessuti, le stampe, i disegni geometrici, soprattutto i quadrettoni ma anche ad abiti in tinta unita e in lamè.
Le pailettes sono un motivo di contrasto costante sulle maglie che regalano luce all’incedere delle modelle.
Simons strizza l’occhio anche alla grafica Manga attraverso sovrapposizioni di tessuti e tagli dalle linee piu’ maschili.
Un ruolo fondamentale nella collezione è riservato agli accessori e in particolare agli stivali protagonisti indiscussi del prossimo inverno ed alle borse, tanto che la Lady Dior diventa parte stessa di questo linguaggio sovvertito del classico modificando le sue proporzioni ed inserendo elementi decorativi come cinghie spesse.