Il freddo è arrivato prepotente, e a risentirne sono anche le nostre belle manine, ma mantenerle morbide è possibile, occorre però seguire qualche semplice regola:
1. Indossare sempre i guanti: Per non rovinare le nostre mani, ricordiamoci di mettere sempre i guanti prima di uscire, infatti per lasciarle morbide è importante fare in modo che non si raffreddino mai troppo a lungo. I guanti riescono a mantenere una temperatura più calda sulla pelle e anche evitare gli sbalzi tra il caldo e il freddo, che fanno soffrire i vasi capillari della pelle della mani.
Infatti questi sbalzi causano una cattiva ossigenazione delle pelle e creano le screpolature.
2. Asciughiamo sempre bene le mani: E’ una di quelle azioni a cui badiamo poco, ma bisogna sempre asciugare bene la pelle delle mani dopo averle lavate. Più le mani sono lasciate umide, più tendono a screpolarsi. Passiamo l’asciugamano anche fra le dita, perché il contatto con l’acqua e l’umidità assottiglia il film lipidico, cioè la barriera protettiva della pelle, e tendono a creare screpolature con facilità.
3. Curiamo le mani screpolate: Per chi ha le mani già screpolate, il rimedio però c’è. Infatti basta applicare sulla pelle un siero a base di fosfipidin, un composto contenente fosfolipidi, sostanze che derivano dalla soia e che rendono la pelle nutrita e idratata.
4. Massaggiamo le nostre mani: Mentre stendiamo questo siero, o una qualsiasi crema, facciamo un massaggio di cinque minuti, con movimenti dalle dita verso il polso e poi dal polso verso le dita. Diamo anche dei delicati pizzicotti sollevando la pelle delle mani per poi lasciarla andare, in questo modo riattiveremo la circolazione e tonificheremo la pelle delle mani.
5. Ogni tanto facciamo una maschera di bellezza: Non solo il viso, ma anche le mani necessitano di un trattamento d’urto attraverso una maschera di bellezza, Procuriamoci allora dei guanti di cotone e imbeviamo li di olio di sesamo, dalle elevate proprietà rigeneranti. Se ci riusciamo, possiamo tenerli tutta la notte, altrimenti basterà un mezz’oretta.
Di Raffaella Ponzo