La sfilata di Marni, ovvero il menswear del marchio controllato da Otb, è stato protagonista di un sorprendente show al Museo Marino Marini, in un mix tra moda e arte. Nei piani della griffe, l’idea di continuare a sfilare in passerella anche nelle prossime stagioni a Milano è forte.
Parola d’ordine? Rigenerazione, ovvero un crescendo di creatività dove la nuova collezione Marni posa uno sguardo ponderoso sul passato, riportandolo con sicurezza nel presente. Il Museo Marino Marini, sede della sfilata, contrappone senza soluzione di continuità elementi esistenti e nuovi interventi architettonici, così è la collezione. Forme pulite si accendono nella scelta di materiali tattili, nel gioco deciso di colori e texture, che suggeriscono una idea di easy elegance.
Pelliccia, maglia, tailoring si mescolano in sofisticate espressioni di personalità. Top zippati indossati su camicie stampate e pantaloni da sci suggeriscono dinamismo. I cappotti senza collo hanno la facilità di un cardigan e l’intimità di una vestaglia, mentre i modelli doppiopetto hanno ampiezze accoglienti.
La formalità è letta da una angolazione off: check non coordinati, abiti spezzati, camicie tinta unita con cravatte di maglia. Le giacche sono compatte, dalle abbottonature alte, mentre i pantaloni si allargano al fondo, o cadono dritti. L’interno dei capi e i loro dettagli sono studiati e sorprendenti come gli esterni: fodere delle tasche colorate, nastrature a contrasto, abbottonature nascoste.
La palette dei colori è terrosa e profonda e spazia dai toni del marrone, blu, grigio, nero sono accentati con lampi di rosso, giallo, carne. Le stampe sono fiori pittorici. I tessuti sono preziosi e fermi, con l’accento su texture dense: flanella ritorta, tweed, lino-lana, double di angora-cashmere, gabardine di lana, camoscio accoppiato