“Ricopritevi di latte”. Non é un imperativo né tantomeno un motto ma potrebbe presto diventare uno slogan. A cosa mi sto riferendo? Forse non ci crederete mai ma queste poche parole altro non sono che la dimostrazione di quanto la genialità umana a volte possa raggiungere dei livelli altissimi. No, non dovete aprire il frigorifero e versarvi addosso un cartone pieno di latte e nemmeno immergervi in una vasca da bagno piena di questo elemento altamente genuino.
Dovete semplicemente vestirvi, indossare. Di cosa sto parlando? Ma della nuova tendenza tutta dedicata ai radical chic, a chi di novità non se ne fa scappare una, ad un nuovo filato di nicchia che ben presto potrebbe arrivare ovunque.
Già, perché dal latte si può creare un nuovo tessuto molto simile alla seta per morbidezza e delicatezza, lavabile in lavatrice come il cotone, fresco e leggero ma soprattutto altamente naturale. Stupiti? Forse si ma se ci ragionate bene l’idea é a dir poco grandiosa, tenendo conto del fatto che non soltanto porta benefici a chi lo indossa ma anche all’ambiente.
Gli abiti realizzati con questo filato infatti, non solo sono dedicati in special modo a tutte quelle persone dalla pelle particolarmente delicata ma sono anche amici dell’ambiente e del riutilizzo intelligente.
Proprio così, e sembra addirittura che la trasformazione sia relativamente semplice. Grazie al calore, le molecole di caseina contenute nel latte si uniscono, creando delle fibre del tutto simili a quelle del cotone, che possono poi essere utilizzate per realizzare un tessuto. Nulla di chimico o potenzialmente dannoso, dunque.
Inoltre, ogni filato è personalizzabile a seconda delle esigenze dell’utente finale, e può dunque prestarsi a lavorazioni e risultati diversi tra loro. Proprio come se si trattasse di seta, cotone o lana.
L’idea é nata in Germania, grazie a Anke Domaske, micro biologa e fashion designer. Qmilk é il nome che da subito questa invenzione ha preso ma non é passata inosservata nel mondo della moda ed è subito diventata un brand: Milkotex. Giustamente in molti potrebbero obiettare, dicendo che non basta sprecare un prodotto naturale come il latte creando vestiti, per essere vicini all’ambiente. Infatti non é così: tutto il latte tedesco non commercializzabile né commercializzato, viene riutilizzato invece di essere eliminato perché non adatto al mercato e quindi al consumo.
Consideriamo che per produrre un vestito servono solamente 6 litri di latte; questo significa che se quello prodotto in eccesso da un Paese può subire questa trasformazione, in molti potranno avere un armadio “di latte”. Conciliare la tecnologia con la sostenibilità, rivoluzionare il mondo della moda sono gli obiettivi di questa giovane donna che ha tutte le carte in regola per riuscire nel suo intento, facendo leva anche e soprattutto sul legame simbolico che ognuno di noi ha con questa bevanda che ci accoglie nel mondo dal primo istante della nostra vita, cullandoci e coccolandoci al petto delle nostre madri.
Articolo scritto da Irene De Marchi
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