Stanchezza, vertigini, nausea, mal di testa, svenimenti, sono questi i primi sintomi della pressione bassa, che è dovuta anche all’aumento delle temperature.
Il caldo, infatti, favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni e il sangue scorre più velocemente, ma ciò determina un abbassamento della pressione arteriosa. Si parla di ipotensione se, a riposo, la massima scende sotto 90 e la minima sotto 60.
L’ipotensione è dovuta anche alla disidratazione che fa perdere al nostro corpo acqua e sali minerali. Bisogna dunque bere almeno un litro d’acqua al giorno, così come è fondamentale integrare l’alimentazione con grandi quantità di frutta e verdura.
Nelle ore più calde poi, meglio evitare di fare sport, così come non si devono fare attività domestiche faticose, soprattutto tra mezzogiorno e le quattro del pomeriggio.
E se si nota che la pressione sta avendo un brusco calo? Bisogna sdraiarsi e sollevare le gambe.
Ma vediamo alcune soluzioni:
- LA MEDICINA
Il medico dice che un’alimentazione leggera, priva di grassi, ricca di vitamine e con un pizzico di sale in più, è la prima cosa da fare per prevenire l’ipotensione; - L’OMEOPATIA
Quando la pressione si abbassa, si consiglia di prendere del phosphorus 9 ch (fosforo), 3 granuli una volta al giorno, oppure magnesia phsphorica 9 ch, sempre 3 granuli una volta ogni 24 ore: aiutano a combattere l’ipotensione, soprattutto se legata a disidratazione e conseguente perdita di sali minerali; - L’ERBORISTERIA
Esistono molti rimedi naturali utili contro i cali di pressione, a partire da ginseng, guaranà, eleuterococco e cannella. Prendetene una decina di grammi al giorno, anche miscelati tra loro, da bere sotto forma di tisana in una sola volta. Questi rimedi hanno un’azione tonico-stimolante, così come la liquirizia, che si trova in caramelle o bastoncini, l’importante è che sia pura e non zuccherata.
E’ buona norma comunque ricorrere al parere del medico curante qualora il problema si presenti in modo sistematico, poichè potrebbe essere una patologia da curare con medicinali specifici e non con i “rimedi della nonna”.
Di Raffaella Ponzo