L’argomento che tratteneremo oggi riguarda la nostra salute, è un tema complesso ma che negli ultimi anni sta diventando sempre più importanet grazie ai numerosi dibattiti che ruotano intorno ai vari mezzi di comunicazione. La settima edizione dell’UniStem Day, ha cercato di chiarire determinati aspetti in maniera semplice per la giornata europea della divulgazione scientifica.
Iniziamo cercando di capire cosa sono le cellule staminali. Si tratta di cellule primitive senza alcuna specializzazione, e dotate di due proprietà: autorinnovamento e la pluripotenza, ciò significa quindi che possono essere utilizzate per diverse funzioni grazie alla loro capacità di trasformarsi in qualcosa di più evoluto. Queste cellule sono presenti nell’organismo in varietà diversa, ci sono quelle embrionali, adulte, del liquido amniotico e persino artificiali create direttamente in laboratorio.
La loro scoperta risale al 1906 grazie ad Alexander Maximov e alle prime informazioni sulla discendenza cellulare. Bisognerà aspettare però fino al 1981 per le prime novità del tipo embrionale da parte di Martin Evans e Matthew Kaufman. Questa tipologia di conoscenza è importante non solo per seguire lo sviluppo umano, ma anche per cercare di contrastare malattie tutt’oggi incurabili come la distrofia muscolare e il morbo di Alzheimer.
Spesso si parla di cellule staminali da cordone ombelicale, queste sono importanti ai fini della ricerca perchè definite più giovani ed in grado di limitare i rigetti durante i trapianti. Esistono infatti le modalità per donarle dopo il parto a delle vere e proprie banche che custodiscono nuove possibilità di guarigione a molte patologie.
Le cellule staminali possono tuttavia essere un’arma a doppio taglio per due motivi: il primo è che sappiamo ancora troppo poco su quante tipologie esistano e come si possano evolvere nel corso degli anni, il secondo è che essendo cellule estremamente potenti e versatili, possono dare origine a cellule tumorali difficilmente curabili.
Alcuni tipi di staminali sono già state utilizzate, come ad esempio quelle del sangue adulto oppure quelle del midollo osseo, ma gli studi rivelano che si può andare incontro a situazioni rischiose. Il rischio di mutazione infatti aumenta come già detto il rischio di cancro, ma su queste cellule i farmaci anti-tumorali attuali potrebbero risultare inefficaci.
Questo tipo di terapia agisce sostituendo un difetto genetico, di organi o tessuti, con un’attenta verifica preliminare per capire se il soggetto e la cura possano essere compatibili. Holoclar è la prima modalità di soluzione approvata in tutto il mondo. E’ stata infatti progettata al Centro di medicina rigenerativa dell’universita di Modena e Reggio Emilia. Grazie ad un prelievo effettuato in una piccola area laterale della cornea, la tecnica è in grado di far tornare la vista a chi ha subito seri problemi con quest’ultima, un successo tutto italiano.
Le banche di conservazione delle cellule staminali sono delle strutture che devono rispettare elevati standard di sicurezza, in cui le unità di cellule prelevate vengono immagazzinate in contenitori di azoto criogenico fino al momento del loro utilizzo. È possibile conservare le cellule staminali immerse in celle di azoto liquido o di vapori di azoto a -170 / -190 °C.
La legislazione che regolamenta le banche di cellule staminali varia da Paese a Paese, e si differenzia a seconda della fonte di prelievo delle cellule (amniocentesi, cordone ombelicale, sangue, denti) e dell’uso previsto (autologo o allogenico): in Italia la legislazione vieta solo la conservazione delle cellule cordonali ad uso autologo presso banche private, pur consentendone la conservazione presso strutture estere.
Per rispondere alla domanda del titolo servirebbe un mago, più che un medico. Di sicuro le cellule staminali sono una nuova e importante via per comprendere come è fatto il nostro corpo, e come si sviluppa a livello cellulare. Oggi ci sono casi studio positivi, come Holoclar, che ci fanno pensare in un futuro ancora più roseo, ma prima di poter definire le cellule staminali come la cura ad ogni male, serviranno ancora tanti anni di studio e ricerca.
Una cosa è certa, la strada intrapresa è quella giusta.
Nancy Malfa
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