Se c’è un assioma che spesso è disatteso è quello “dieta = risparmio”. Eppure se ci si pensa, la prima cosa che viene in mente pensando alla spesa, quando si è in regime di dieta, è “se devo mangiare meno, e più sano, la spesa costerà meno”, o no?
L’errore di questa valutazione è essenzialmente quello di non considerare la stagionalità e la provenienza dei prodotti stessi. Frutta e verdura fuori stagione infatti, arrivando dall’estero (e spesso da molto lontano), hanno dei costi decisamente superiori ai prodotti locali, dovuti ad una filiera della distribuzione più lunga ed ovviamente ai costi di trasporto che incidono in maniera preponderante sul prezzo finale.
Per prima cosa iniziamo col limitare l’assunzione di carne, una volta alla settimana sarà più che sufficiente, se proprio volete trasgredire potete al massimo farlo un paio di volte, non di più, e magari fate in modo che sia carne bianca, per lo meno è molto più sana di quella rossa.
I valori nutrizionali della carne li possiamo tranquillamente sostituire con uova e legumi, dai costi nettamente inferiori e dall’apporto proteico pari, se non superiore, alle carni rosse.
Il must di stagione ovviamente sono i fagioli, ottimi per zuppe e minestre (o minestroni), possono dare un apporto proteico notevole, ma soprattutto, a differenza della carne, sono ricchi di fibre e privi di colesterolo, aiutano a mantenere un buon livello di peso e sono un’ottima fonte di minerali, tra i quali il calcio ed il ferro. Possono inoltre essere usati “in insalata”, come condimento.
Altro alimento di stagione molto importante in questo periodo sono le carote, primaria fonte di Vitamina A, ed anche se le troviamo sugli scaffali dei negozi tutto l’anno, è questo il periodo durante il quale vengono raccolte.
Sempre tra settembre ed ottobre, segnaliamo fagiolini, finocchi, broccoli, cavofiori e barbabietole. Da settembre inizia a calare la stagione dei pomodori e dei peperoni, fatene scorta finchè sono a km zero.
Da settembre comincia il periodo dell’uva, che insieme a pere e lamponi compongono il trio perfetto della frutta che non può mancare a tavola in questo periodo. L’uva oltre ad essere buona e dolce, grazie alla vitamina B6 ci aiuterà a rilassare i nervi e a dormire meglio. Le pere contengono potassio e fibre, mentre i lamponi sono il top player della tavola perchè oltre ad essere degli antiossidanti di prima fascia, danno anche ferro e vitamina C, e sono quindi un ottimo alleato contro l’invecchiamento.
Altro frutto di stagione che non dovrebbe mancare sulla tavola è la mela, ve lo ricordate il detto “una mela al giorno toglie il medico di torno”? Ecco, è quanto di più vero possa esserci, questo frutto di origine centro-asiatica infatti, oltre ad esserci tutto l’anno (ma la sua stagionalità è l’autunno), ha un elevatissimo potere antiossidante poichè contiene provitamina A, vitamine B1, B2, B6, E e C, niacina e acido folico, insieme a flavonoidi e carotenoidi. Insomma, sembra di mangiarsi una farmacia intera, ed è così, non c’è quasi nulla di più completo della mela.
In ottica di risparmio e salute, non possono mancare nella nostra dieta i legumi e la frutta secca. Tra i legumi che si possono integrare con la verdura di stagione, non possiamo non citare le lenticchie ed i ceci, due tipologie di legumi gustosi e dall’elevato apporto proteico, sempre a colesterolo zero!
La frutta secca allo stesso modo dovrebbe sempre essere presente sulle nostre tavole sotto forma di noci e mandorle. Questi due alimenti hanno il potere di diminuire il colesterolo e di conseguenza abbassare il livello di rischio di cardiopatie coronariche. Anche l’apporto di proteine è importante. Ovviamente dati i loro alti valori nutrizionali, ne è sconsigliato l’abuso, poichè come tutti i semi oleaginosi, sono costituite per il 50% da lipidi.
La dose giornaliera è di 3-6 noci/mandorle al giorno.
Una spesa orientata a prodotti come frutta e verdura di stagione, oltre ad avere benefici per noi stessi, a livello di risparmio economico e di stagionalità dei consumi, aiuta sicuramente l’economia del nostro paese, poichè privilegia la filiera corta ed i prodotti locali. Anche da un punto di vista ambientalista, il consumo di prodotti a bassa percorrenza, limita l’inquinamento dovuto ai trasporti. Avete mai provato a notare la differenza di prezzo tra un ananas coltivato in Italia ed uno importato per via aerea?
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