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Categories: Sfilate Donna

Milano Fashon Week 6 giornata

Trepidante l’attesa per la nuova sfilata Dsquared2 che segue il mood presentato in occasione della sfilata uomo: Cool Cold Mountain. Ambientazione ancora innevata: la donna parte da lì, dal pioniere di un tempo che ispira i gemelli Dean e Dan Caten anche per l’Autunno/Inverno donna. Cappelli in panno neri a evocare il pioniere; la coperta diventa un cappotto; le tasche degli accessori in pelle per poter mettere, un tempo gli attrezzi, oggi di tutto. Immancabile la pelliccia: ricca, dal pelo lungo, voluminosa, decisamente wild. Non manca il rock nell’anima di questa donna, come ben testimonia la musica che fa da sfondo allo show e l’utilizzo della pelle. Guanti ampi o lunghi, cintura con borchie, stivali, o ancora cappotti in pelle nera e gonne. La donna Dsquared2 esibisce un’anima decisa, sicura di se e del suo stile. La sera è di un’eleganza estroversa e particolare. Crea nuovi schemi: silhouette aderente, strizzata ma con dettagli ironici. Abiti con strascico e diademi con svarowski: il gioco delle sovrapposizioni che fa da refrain alla collezione vive anche per le serate più eleganti.

Iceberg trae l’ispirazione per la sua donna dalla trasgressione che indossa Maria Schneider nell’Ultimo Tango a Parigi per poi guardare allo stile di attrici moderne come Valeria Solarino o a icone del cinema come Sofia Coppola. L’effetto finale è decorato, inusuale, a tratti eccentrico seppur sempre legato allo sportswear come da identità del brand. Un nuovo barocco declinato all’urbanismo contemporaneo. Tailleur con dettagli glam: colletti ricoperti di svarowski e cristalli su giacche e cappotti, lurex e paillettes sugli abiti e sulle maglie, e ancora satin per camicie e abiti. Stampe floreali e grafiche. La maglieria come da Dna del brand continua a rimanere protagonista della collezione e diventa anche "pelliccia" in maglia. Per le scarpe: stivali o sandali con plateau leggero e tacco alto con fascia attorno alla caviglia. Tra gli accessori non mancano le collane con dei pendagli a forma di prisma o pietra fossilizzata. Per la sera, applicazioni di pietre e cristalli sulla maglieria, sui corpetti, sugli abiti e sui pantaloni.

Giorgio Armani dà vita alla femminilità, ai suoi massimi livelli, ma lo fa pensando alle giovani donne di oggi e alla loro vita, scattante, dinamica e veloce. Porta quindi in passerella novità e seduzione, ma in chiave diversa. I famosi pantaloni di Re Giorgio, ampi, morbidi e dritti sono declinati in una nuova versione: fino alla caviglia, lasciando scoperta una parte del corpo femminile che acquisisce subito charme e diventa fonte di seduzione. E poi ancora scialli, abiti da sera, decorazioni. Armonia totale tra eleganza, femminilità e discrezione. Il sex appeal di questa donna si coglie da pochi dettagli che Armani lascia in evidenza, come una spalla o la schiena. La classe è indubbiamente il leit motiv per questa collezione. Ancora una volta Giorgio Armani veste la Donna.

Mila Schon si ispira alle sculture di Tomáš Gabzdil Libertiny e ripropone in passerella il concept base di questo artista, ovvero le api, refrain della collezione. Api che rievocano simbolicamente il lavoro meticoloso delle sarte, visivamente invece sono tradotte attraverso gli alveari presenti nelle stampe e nei giochi di tessuti della collezione disegnata da Bianca Gervasio. Altra ispirazione molto forte: gli anni ’70 che vivono nei colori, nei maglioncini a trama geometrica e nelle tute a stampa optical. Lunghezze medie fino al ginocchio. Si gioca con le forme che da chiare e lineari si destrutturano in una gonna asimettrica una volta, o in abiti lunghi oversize che avvolgono il corpo senza fasciarlo. I cappotti sono colorati con stampe sul verde abbinati a pantaloni in pied de poule. Per gli accessori borse grandi da giorno, tacchi grossi, sia alti che medi, stivali ma anche ballerine basse in velluto. La donna di Mila Schon sceglie un’eleganza rigorosa, composta, a tratti discreta, ma non algida. Refrain della sfilata: foulard e fasce turbanti per sottolineare l’austerità che caratterizza questa collezione.

Se la prima linea di Roberto Cavalli, aveva rispecchiato il Dna del brand, a sorpresa la linea giovane cambia un po’ le carte in tavola. Just Cavalli porta in passerella una donna più rigorosa, misurata, che indossa tailleur geometrici ma che a tratti presenta allure hippy.

Byblos invece segue una doppia ispirazione: il cigno e la volpe. Partendo dal film “Il cigno nero”, che vede una Natalie Portman vincitrice del premio Oscar come migliore attrice, lo stilista Manuel Facchini vuole portare in luce la doppia anima della donna. Il cigno rappresenta il suo animo delicato e fragile, la parte interiore… Mentre la volpe è la parte esteriore rappresentata con una veste più aggressiva, decisa. La facciata che la donna moderna deve vestire nel suo quotidiano.

La silhouette gioca con le linee e con i contrasti. La pelliccia è a pelo lungo e selvaggia. Lunghezze corte: minigonne e microabiti. Alle mise attillate si alternano capi con forma a “uovo” che si allargano lungo i fianchi. La palette di colori attinge dalla natura: toni chiari, altri più caldi, non manca il nero e il grigio silver. La sera presenta abiti dall’effetto drappeggiato, lunghi o corti che siano, sono morbidi e fluttuanti. Protagonista la manifattura legata a uno charme impalpabile che crea effetti vaporosi per la maglieria. Gli accessori a rappresentazione del contrasto alternano il fiocco alle borchie sulle borse.

Silvio Betterelli crea la collezione come se dovesse dar vita a un progetto che attinge a studi tridimensionali. Prende spunto dal design e dall’architettura declinando questi in moda. Tessuti e lavorazione degli stessi sono alla base. Sovrapposizioni, forte sperimentazione che sfocia in un effetto grafico di pregiata eleganza. La donna di Betterelli colpisce, senza eccessi perché nei dettagli si nota la sua diversità. Il nero è traslucido, le spalle sono destrutturate e diventano protagoniste di abiti, capispalla e maglie. Le trasparenze sono abbinate a tessuti pesanti quali la pelle a creare il contrasto. Plissettature geometriche per abiti, gonne e camicie. Per gli accessori: guanti corti o lunghi portati accartocciati sul polso e cinture sul giro vita.

Chiude la giornata Lorenzo Riva.
di Simona Scacheri.

Redazione

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