L’autunno è il periodo della piena ripresa delle attività e anche delle posture scorrette! Ed ecco affacciarsi un problema di cui tutto soffriamo il mal di schiena.
Mal di schiena è forse un termine un po’ generico e poco scientifico, eppure sappiamo tutti di cosa si sta parlando: che sia nel tratto lombare, dorsale o cervicale questo disturbo è comune quasi quanto il più banale dei raffreddori.
Moltissime persone ne soffrono, sia che facciano allenamento sportivo sia che siano sedentarie. E spesso il dolore evolve nel classico “colpo delle strega” dolorisissimo e invalidante per qualche giorno. Ecco allora TRE METODI A CONFRONTO per prevenire e curare il mal di schiena: lo yoga, il Pilates e la Pancafit.
Qua è il migliore? Tutti, ma ognuno non potrebbe fare al caso nostro, affidarsi al consiglio di uno specialista in questo caso dovrebbe essere la cosa più importante!
L’inizio dell’autunno è anche la stagione dove riprendono i corsi più svariati e se decidete di intraprendere una di queste attività avrete solo l’imbarazzo della scelta.
Lo yoga può essere di enorme aiuto per la nostra schiena, specie se praticato come forma di prevenzione agli episodi acuti. Negli episodi acuti infatti si prendono gli antinfiammatori e si aspetta che passi questa fase dolorosa. In generale non c’è dubbio che lo yoga sia un alleato formidabile per il benessere psico-fisico. Parlando però di problematiche legate alla schiena, la scienza inizia a dare ragione agli appassionati dimostrando quei benefici che ognuno di noi ha sperimentato nel corso della propria pratica personale.
La Boston University School of Medicine ha pubblicato uno studio nel corso del quale 95 persone affetti da lombalgia o dolore lombare sono stati invitati a praticare yoga per 3 mesi anche solo una volta a settimana. I risultati hanno dimostrato che tutti i praticanti hanno riscontrato dei benefici al termine della sperimentazione migliorando così la qualità della vita minata dal mal di schiena. La conclusione è stata che lo yoga e lo stretching hanno dato benefici molto simili tra i partecipanti facendo dedurre agli studiosi che probabilmente la ragione risiede nel fatto che entrambe le discipline lavorano sul rafforzamento e l’allungamento muscolare.
Posizioni quali tadasana (specie nella versione con le braccia in alto), kati chakrasana (posizione della torsione della vita), paschimottasana (posizione della pinza), bujangasana (posizione del cobra), il movimento chiamato gatto-mucca (marjayasana-bitilasana), supta pawanmuktasana (posizione delle gambe piegate), dhanurasana (posizione dell’arco) possono fornire dei sostanziali benefici a chi soffre di dolore alla schiena e non sono che un piccolo esempio di possibile lavoro. In questi casi diviene fondamentale affidarsi ad un insegnante competente in grado di proporre una sequenza specifica per l’allievo che ha davanti, strutturata secondo le sue esigenze.
PILATES
Il mal di schiena potrebbe essere considerato il male del secolo, vista la sua diffusione quasi epidemica: esso rappresenta una delle cause più frequenti di assenza dal lavoro; il costo delle cure e delle perdite in termini di produzione ammonta a miliardi di dollari all’anno. Le cause del mal di schiena possono essere diverse, così come diversi sono i tipi di mal di schiena. Il Pilates è una pratica in cui la respirazione che fa la sostanziale diferenza: nello Yoga è diaframmatica, mentre nel Pilates si pratica quella latero laterale.
Inventato da Joseph Pilates, questo metodo è in grado di offrire benefici sia per il tono muscolare che per la postura, ma non solo. Praticare correttamente e con costanza il Pilates consente di migliorare la distribuzione del peso e la postura, migliorando di conseguenza le condizioni di gambe, bacino, il collo, ecc. In particolare, grazie a questa serie di esercizi si può intervenire per ridurre o prevenire il mal di schiena. Esistono oltre 500 esercizi di Pilates, alcuni dei quali finalizzati proprio alla cura della colonna vertebrale e dei muscoli che interessano il tronco e la postura.
Gli esercizi che seguono sono preliminari e possono essere svolti anche come tecniche di riscaldamento prima di passare a posizioni più elaborate.
1) Si comincia a terra il Pilates, non a caso si chiama Matwork anche se alcuni insegnanti hanno deciso di far fare esercizi anche in piedi ma è un arbitrio. Questo esercizio nello specifico si può fare contro il muro, si chiama on the wall” con braccia distese lungo i fianchi. Il primo passo è chinare in avanti la testa fino a toccare il petto con il mento, procedendo poi lentamente con l’allentare la tensione muscolare anche delle spalle. A questo punto cominciare a sciogliere le vertebre della colonna rilassando la muscolatura del tronco procedendo con un piegamento in avanti lento e graduale. Una volta raggiunto il pieno rilassamento della colonna si tornerà, sempre molto lentamente, alla posizione iniziale, da ripetere 2-3 volte;
2) La posizione di partenza per il secondo esercizio è da seduti, gambe piegate parallele e schiena dritta. Si crea all’inizio una curva nell’addome sfruttando la spinta in avanti operata con il bacino, per poi spingere quest’ultimo all’indietro portando la schiena a curvarsi nel senso opposto. L’esercizio termina riportando il corpo alla posizione di partenza, da ripete 4-5 volte. La cosa fondamentale, è l’atto respiratorio: da qui tutto proviene.
Pancafit viene presentata nel 1997 alla Fiera del fitness di Rimini. E’ subito boom: “Qualche tempo dopo viene usata dalla Nazionale di pallavolo alle Olimpiadi. Dopo due anni dal lancio, l’Università Sapienza di Roma chiama Raggi a insegnare nel Master in Posturologia. E le cattedre accademiche si moltiplicano. Pancafit è anche un successo commerciale,ma l’equipe che l’ha inventata forma forma posturologi e terapisti per il Pancafit. Su che principio si basa Pancafit?
La vita moderna, con i suoi ritmi spesso sconsiderati, ci INCRICCA: quella classica sensazione, come se fossimo passati sotto una schiaccia sassi. Dobbiamo mantenere i nostri muscoli elastici, per far sì che le articolazioni restino mobili e scongiurare quelle patologie grandi o piccole che rovinano la qualità della nostra vita. Qual è la grande novità di Pancafit? A differenza dello stretching classico, analitico, quello che – per intenderci – pretende di allungarci “pezzo per pezzo” (il deltoide…il polpaccio…il bicipite femorale e così via…), Pancafit riequilibra le tensioni muscolari agendo sulle catene muscolari, fasciali e connettivali: è un LAVORO DI ALLUNGAMENTO GLOBALE E SIMMETRICO, grandioso perchè evita inoltre di mettere in atto tutti quei compensi, quelle vie di fuga, che il corpo inevitabilmente escogita per sfuggire alle eccessive tensioni, ogni volta che si cerca di ridare lunghezza a muscoli che la stanno progressivamente perdendo, perchè eccessivamente tesi o tonici.
Quando invece ti allunghi sulla Pancafit, riesci ad ALLUNGARTI REALMENTE perchè il corpo assume una posizione più corretta e le tensioni muscolari si allentano: certo bisogna impegnarsi a respirare come si deve, per fare in modo che il diaframma lavori correttamente e ci aiuti a lasciare andare più facilmente le tensioni.(qui va bene)
Se i muscoli sono più LIBERI, le articolazioni sono più MOBILI, meno compresse, e quindi andranno meno incontro a fenomeni degenerativi quali i processi artrosici, quel poco simpatico “sgrattuggiamento” dei capi articolari che si sfregano, si contrastano e si consumano a vicenda…e vai con: infiammazioni, dolori e blocchi articolari!
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