Tutte noi conosciamo il Sapone Nero di Aleppo, scopriamo di più su questo portento della natura e, soprattutto, alcuni suoi segreti.
Sapone nero e olii profumati sono il fondamento del percorso di origine marocchina creato per la preparazione della donna alla cerimonia di nozze: ecco come nutrire la pelle e rigenerare la mente.
Il giorno prima del matrimonio le donne in Marocco si recano nell’hammam per le cure di bellezza.
Qui le aspetta un percorso di purificazione in cui sono coinvolti tutti i sensi, come sempre accade nell’olistica orientale, grazie all’utilizzo sapiente di ingredienti naturali, specialmente l’olio di Argan che le popolazioni berbere utilizzano da secoli per massaggiare la pelle e come protezione contro vento, sabbia e sole, aumentandone la tonicità e l’elasticità, nonchè la lucentezza e l’idratazione, facendone uno degli ingredienti maggiormente presente nella cosmetica.
Ma, oltre all’olio di Argan, la componente maggiormente utile è il vapore.
Il rituale, infatti, inizia con un classico bagno turco, per preparare la pelle nel modo migliore per le fasi successive di esfoliazione e nutrimento.
Il calore umido apre i pori, li dilata, favorendo l’espulsione di tossine e impurità. Il calore rallenta di per sé il respiro, rilassando istantaneamente sia la psiche che il corpo. Sulla pelle ancora umida viene spalmato quindi del sapone nero di Aleppo, in pasta, che spalmato con la “kessa” (un guanto ruvido) si trasforma in schiuma.
Il sapone nero (o “sapone nero di Aleppo” o più semplicemente “sapone di Aleppo“), è un sapone per l’igiene personale a base di olio d’oliva con l’aggiunta di una percentuale variabile di olio d’alloro ed è un prodotto tipico della città di Aleppo in Siria, ma è possibile trovarne anche una variante originaria di Nablus (Cisgiordania) a base di solo olio d’oliva.
Il sapone di Aleppo è un prodotto completamente naturale ed ecologico e le testimonianze di questo prodotto risalgono addirittura al 2500 a.C. nella città di Babilonia. Questo tipo di sapone, utilizzato sul corpo con la kessa, produce una schiuma che deterge i pori aperti, asportando le impurità, lasciandola pronta per essere nutrita con l’ingrediente millenario e speciale del rituale: il Ghassoul.
Questa è un’argilla “saponifera” estratta dalle montagne del Marocco, unita a boccioli di rosa, fiori di lavanda, acqua di rose o di fiori d’arancio e olio d’argan.
L’impasto viene disteso uniformemente sul corpo, anche sui capelli, lasciandolo in posa a lungo, in modo che il suo aroma pervada ed avvolga i sensi conferendo un ulteriore relax.
Anche il Ghassoul è un prodotto estremamente ecologico e naturale, con proprietà minerali che rigenerano la pelle, eliminando le cellule morte e mantenendo l’equilibrio dei pori
Una volta terminato l’impacco, il rituale prosegue con un risciacquo che avviene tipicamente in una tinozza di legno, ma negli hammam moderni possono essere utilizzate normali vasche, a cui può seguire anche un idromassaggio.
Solo a questo punto il corpo è pronto al massaggio vero e proprio che viene affrontato a due o, meglio, a quattro mani attraverso un tocco dolce, lento, delicato, ma ritmato, partendo dai piedi e lentamente risalendo verso l’alto.
Le mani dei massaggiatori scorrono carezzevoli e ferme sulla pelle grazie al sapiente utilizzo dell’olio di argan opportunamente riscaldato e profumato con essenze ed aromi naturali.
Per superare eventuali rigidità l’operatore si aiuta anche con impacchi e garze calde. Alla fine, a volte, viene applicato anche del burro di karitè sul viso che viene eliminato con un apposito guanto di seta.
Al termine del rituale, che dura circa due ore, si raggiunge un assoluto livello di rilassamento sia nel corpo che nella mente: ogni tensione viene sciolta grazie ai gesti ed alle manipolazioni dei massaggiatori, mentre la pelle raggiunge un grado di morbidezza e purezza unico.
Anche l’atmosfera del rituale è magica.
Candele illuminano con luce calda la stanza dove avviene tutta la preparazione ed il massaggio vero e proprio, mentre il lettino dove poggia il corpo è cosparso di petali di rosa a deliziare l’olfatto. L’udito viene ipnotizzato dal suono di musiche arabe, soprattutto suonate sul liuto, in modo che, alla fine, tutti i sensi sono coinvolti.
Il rituale trae origine dal popolo “berbero”, ovvero quello autoctono delle regioni africane del nord: Libia, Marocco, Tunisia, Algeria ed ha origini antiche.
I suoi ingredienti sono speciali e tutti legati al territorio africano:
di Raffaella Ponzo
In copertina: @Foto di micheile henderson su Unsplash
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