La moda veste il Teatro Filodrammatici con DISMORPHOPHOBIA

Virginia von zu Furstenberg, nipote di Clara Agnelli, sceglie di comunicare il suo ingresso nella moda attraverso una DISMORPHOPHOBIA.

Virginia von zu Furstenberg, nipote di Clara Agnelli, sceglie di comunicare il suo ingresso nella moda attraverso una DISMORPHOPHOBIA: una performance teatrale che rappresenta le sue ansie da artista e le problamatiche di una giovane donna che ha scelto di vivere controcorrente, nonostante il peso e l’importanza di un cognome come von zu Furstenberg e il fascino, ancora presente, di avere il titolo di Principessa.

Una performance fatta da narrazione scenica, attraverso la parola, il gesto, la danza, per rendere “spectaculum” dal vivo la moda.

Il pocho é l’icon-item della collezione, un semplice abito rivisitato in una versione che denota ricerca e raffinatezza. A seguire, 30 pezzi realizzati in taglia unica, colori unici ed una sola variante in nero per ognuno.

Le parole vestono un corpo. Vestiti, come poesie, pensati e disegnati con una spontanea modalità. Una folgorazione, un’idea che improvvisamente diventa prepotente e deve trovare una sua espressione, come i fili di cachemire e seta, fili sottilissimi e leggeri, avvolgenti e delicati. 

Una contaminazione tra le diverse arti espressive. Per realizzare un percorso da vivere attraverso molteplici declinazioni  artistiche e concedere  “frammenti” di vita che parlino diversi linguaggi con una contaminazione espressiva.

“Il lusso ”  diceva Gianni Agnelli, “è una responsabilità, non un privilegio.”

Il lusso per Virginia von zu Furstenberg  è quello di vestire chi pensa che l’unica bellezza sia quella di diventare se stessi a qualunque costo.

Per Virginia la moda è poesia dell’anima e non schiavitù del corpo.

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