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Interviste

Intervista a Eliana Miglio, attrice e scrittrice di successo

Donna di grande spessore culturale, attrice di successo, ex modella, scrittrice e mamma.
Eliana Miglio pur essendo delicata come la rugiada ha la forza e la durezza dell’ambra.
Un sorriso magnetico e modi aristocratici che si sposano alla perfezione e ti lasciano incantata.
Di lei ti conquistano i gesti, eleganti e garbati, ma soprattutto la sua simpatia!

L’abbiamo incontrata a Milano, all’Armani Cafè per un’intervista fiume dove ci ha raccontato la sua vita, i passaggi chiave che l’hanno portata ad un successo in Italia e non solo.

Eliana Miglio, la famiglia, l’infanzia e il Lago Maggiore

Tuo papà è milanese e tua mamma tedesca, com’è stata la tua educazione?
La mamma tedesca non è proprio “la mamma tedesca”, è dei Paesi Baltici, nella Prussia orientale, quindi profuga di guerra. Una donna molto particolare, assolutamente non coincide al profilo della donna tedesca e anche la vita che abbiamo avuto sembrava un po’ quella di una generazione ancora precedente alla nostra; questo ha fatto si che sia cresciuta in una famiglia dove i valori erano molto legati all’arte, alla cultura, alla lettura.
A casa nostra era più importante essere laureati che ricchi, saper suonare strumenti musicali, visitare mostre…
La cultura è sempre stato il motore che accendeva la relazione all’interno della famiglia.

Una famiglia importante?
Non era una famiglia ricca, ma lo era dal punto di vista di emozione e sentimenti. Io ho anche lavorato da bambina con i miei che avevano un’attività di vini sul Lago Maggiore insieme ai miei fratelli. Diciamo una famiglia un po’ particolare dove il carattere di mio padre, che veniva chiamato il tedesco, ha permesso a noi fratelli di avere solide basi e valori per affrontare la vita.
Mio padre aveva vissuto la Milano di Brera, del gioco a carte…era un uomo solido, che aveva trovato il grande amore con mia mamma e aveva deciso di costruire, con questa donna, la sua vita, il suo futuro. Il nucleo familiare è stato sempre unito.

Una vita in movimento?
Si, tra la Germania, Milano, Luino, ci siamo sempre mossi.

Come si sono conosciuti i tuoi genitori?
Durante un viaggio vicino ad Amburgo mio padre ha incontrato mia madre, per caso, si sono innamorati e lei è venuta in Italia.

Una storia romantica…
Si, lei è rimasta a Milano, hanno avuto tre figli e sono sempre stati insieme, purtroppo lui è mancato presto, troppo presto.
Siamo rimasti senza papà e ognuno di noi ha fatto la sua vita. La mia era già segnata, ero quella che faceva il balletto a Natale, la creativa di casa e piaceva anche a loro che io fossi così, purchè studiassi.

Ti hanno sostenuta?
Loro non mi hanno mai osteggiata, mia mamma era preoccupata, ma li ho sempre avuti vicino.

Che ricordi hai dell’infanzia a Luino?
Molto intensi, perchè il lago è un “personaggio” importante nella vita delle persone che vivono lungo le sue sponde, nel senso che diventa un elemento chiave. Entra nel tuo DNA, nei tuoi bisogni , tanto che io ho sempre avuto la necessità di vivere vicino all’acqua, anche quando mi sono trasferita a Roma ho scelto una casa accanto al Tevere, devo sentire il corso d’acqua vicino a me.

Eliana Miglio, attrice, scrittrice, modella

A Luino, sul Lago Maggiore, si ambienta anche il tuo libro “La grande invasione delle rane”
Sì, é una storia di oggi ambientata lì tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, proprio perchè mi piaceva la moda e la vita di quegli anni. Ho scelto di ambientarlo sul lago perchè è poetico, le sue acque calme diventano un palcoscenico della tua vita. Sul lago, nei piccoli centri, le persone assumono tratti caratteristi e li contestualizzi meglio. In città facciamo parte di un gruppo, purtroppo.

Tu sei stata anche una modella?
Per un breve periodo a Milano, circa un anno.
Non ero abbastanza alta, poi avrei potuto insistere ma la vita mi ha portata velocemente verso Roma e ho scelto altre strade.
La mia esperienza come modella è stata importante per la mia formazione, mi ha fatto capire che la bellezza è relativa.

Spiegami meglio…
Ai casting c’erano ragazze bellissime intorno a me, le guardavo e notavo che c’era chi aveva le gambe più lunghe, chi aveva una pelle più bianca, c’era sempre qualcosa di più, e questo strideva con la mia forma mentis, a casa mia la bellezza non è mai stata considerata, credo che la ricerca della femminilità sia iniziata a 18 anni, quando ho scoperto il mio lato un po’ “narciso” mentre mi guardavo nelle vetrine, come tutte le ragazze a quell’età.

Però piacevi come modella…
Si, durante l’anno in cui ho fatto la modella ho fatto una pubblicità del Crodino, dei servizi su Gioia e posato per Stefanel, ma ho capito che non dovevo puntare sulla bellezza, che era certo uno strumento valido ma non il collante. La bellezza, mi incanta sempre, però poi ho bisogno dell’emozione, a volte non serve nemmeno il dialogo, ma l’emozione è fondamentale.

Secondo te è cambiato molto il mondo delle modelle?
È cambiato il mondo e quindi è cambiata anche la loro vita.
Sicuramente sono costrette a degli eccessi. In quegli anni, secondo me, il rischio di perdersi era altissimo. Quando io mi sono affacciata a questo mondo erano gli anni della Milano da bere, per cui, diciamolo, era piuttosto pericoloso, però, in qualche modo, la parola pericolo era scandita e quindi tu potevi decidere fino a che punto rischiare e da che parte metterti, non è un caso che io sia fuggita abbastanza presto.
Oggi penso che tutti i pericoli siano molto più sottotraccia, perchè non vengono più considerati pericoli e quindi, in realtà, sono più pericolosi.

La modella che senti più vicina?
In questo momento direi cara Cara Delevingne, la seguo anche su Instagram , è molto simpatica e ti coinvolge.

Segui i social?
Si assolutamente, ho un mio profilo Instagram e Facebook, mi scrivono le persone, le sento vicine, possono conoscere il mio lato più ironico.

Cosa ti ha portato a scegliere di fare l’attrice? Sei arrivata a Roma, hai lasciato la carriera di modella a Milano…e poi?
Penso che fosse un po’ tutto un filo che si snodava. È stato estremamente facile perchè praticamente mi hanno presa subito. Mi hanno chiamata a fare dei provini e sono stata scelta.

Hai fatto scuole di recitazione?
Le ho fatte poi, in corso, e ho studiato duramente per due anni, chiusa dentro la scuola. In seguito ho continuato e continuo a studiare. Ho ancora oggi una coach, non si smette mai, perchè cambia lo stile.
È come nella moda , cambia il mondo fuori e tu devi essere sempre “up to date”, pronta a percepire.
Oltretutto oggi io lavoro prevalentemente con persone più giovani di me, e questo essere figlia del mio tempo ma anche di anticiparlo, fa si che io abbia bisogno non solo di stimoli ma anche di chiavi di lettura. Per farti capire, io oggi non faccio il ruolo della ragazza, devo interpretare un’altra parte ma senza dimenticare di comunicare e trasmettere emozioni, di vestirla appieno. Così, a volte, è importante avere qualcuno che ti interpreta e ti dice se e come può funzionare. Si chiamano coach, la mia non è italiana è straniera ed è bravissima, se vuoi cercarla è Doris Hicks, fa anche corsi a Milano tra l’altro.

Lei parla italiano?
I corsi sono in inglese, lingua indispensabile per chiunque faccia o voglia fare l’attore, però di solito c’è l’interprete che ti aiuta a capire la spiegazione in italiano.
Come in tutte le professioni anche nella nostra serve non smettere mai di studiare e mantenersi aggiornati, altrimenti vedi una sorta di differenza dello stile, è un po’ come quando tu incontri quelle persone che sono vestite come nel momento d’oro della loro vita, e rimangono così, con quello stile, eternamente.
Oggi tutto questo non esiste più perchè la vita è un flusso, e c’è un continuo piccolo adeguamento, che ti fa essere figlio del tuo tempo, dove occorre adeguarsi al mondo esterno.

Fare l’attrice è una scelta o si diventa?
Inizialmente c’è il sogno, però poi occorrono dei requisiti, un carattere particolare. Vedi, tutto quello che ci viene facile quando siamo molto giovani e malleabili può risultare meno semplice via via che ci definiamo nella nostra vita, invece il mestiere dell’attore richiede il “non definirsi” quindi è complicato mantenere sano un equilibrio, riuscire a costruirsi una famiglia, proprio perchè tuo marito ti lascia casalinga e ti ritrova o Regina Elisabetta o una donna di malaffare… (ride)

Sembra divertente no?
Divertente fino a un certo punto, poi è destabilizzante sia per te che per chi ti sta vicino e questo rende la vita degli artisti e degli attori in particolare abbastanza complicata.
Per fare l’attore serve una forza psichica importante, e un carattere particolare, per cui sulla lunga durata non tutti ce la fanno. Avere equilibrio è fondamentale, se hai una tua forza interiore reggi le pressioni esterne.

La carriera artistica

Quali sono le figure che hanno influenzato la tua curiosità artistica?
Sicuramente Jon Jost con cui con cui ho fatto “Uno a me , uno a te e uno a Raffaele”, e “Una lunga ombra”, uno presentato a Venezia e l’altro al festival di Rotterdam.
Jon Jost ha una sensibilità e una visione autentica e senza nessun tipo di orpelli che mi corrisponde pienamente come immagine creativa e artistica. Lo trovo come il primo e ultimo vero indipendente americano, proprio per cinefili, per cui era strano, che una semplice ragazza Luino, avesse come anima gemella, dal punto di vista artistico ovviamente, una figura così estrema di cinema indipendente.

Il suo più grande insegnamento?
Mi ha fatto capire che ero una persona creativa, mi ha spinta a credere in me.

Qual’è stata l’esperienza cinematografica che ti ha scossa di più?
Si, forse quelle con Jon, però anche un piccolo ruolo con Castellitto in “Nessuno si salva da solo” dove ero la mamma di Riccardo Scamarcio e dove, per la prima volta, ho dovuto invecchiarmi.
Per me è stata potente come esperienza, ho dovuto tingermi i capelli di bianco, nello specchio vedevo un mio cambiamento forte.
Ho ringraziato – sorride – di essere sola in quel periodo, di non avere un uomo accanto, magari non mi sarei sentita carina vicino a lui, invece, essendo single ero libera di essere quello che serviva per onorare il mio lavoro.

Quali sono le difficoltà più grandi che incontri nel tuo lavoro?
Mantenere un equilibrio ed essere sempre “focus focus focus!”, perchè comunque io amo anche distrarmi, vedere persone di “altri mondi”, vedere altre vite, faccio anche parte di un gruppo.
Ho molti amici che lavorano fuori dallo spettacolo, poi, però, non posso fare a meno di stare dentro quello che è il mio ambiente e questo tenere insieme le due cose a volte risulta faticoso.

Un consiglio per chi vuole diventare attore oggi?
Capire i propri punti di forza e non mollarli mai. Non pensare che se qualcuno ti dice che non vai bene questa persona possa aver ragione, perchè secondo me, la ragione è quella che sentiamo dentro di noi.
Nessuno ha diritto di dirci fino a che punto ci possiamo spingere.

Da qua a 10 anni? Io ti auguro l’Oscar…
Beh anche io – ride divertita – l’Oscar non lo so, certo mi piacerebbe fare un ruolo e vincere un premio, che il film venga visto ma anche riconosciuto maggiormente, e in questo senso il mio impegno sta aumentando molto.

Il tuo rapporto con la moda?
Un amore totale, anche abbastanza ricambiato perchè ci piacciamo e divertiamo a vicenda.
Un gioco, ma anche un gioco serissimo per me. Fin da piccola mi sono sempre disegnata i vestiti, cucita le mie cose, ho sempre dedicato tempo per decidere cosa indossare e come essere vista.

Sei un personaggio pubblico, sempre sotto i riflettori?
Non sempre, a volte mi piace anche non essere vista e quindi uso anche quella tattica, non voglio stare sempre al centro dell’attenzione.

Parliamo di accessori, gioielli o orologi?
Il gioiello, perchè è legato al momento, al ricordo, e anche all’energia che la pietra o l’oro trasmettono.
E poi… l’orologio non lo porto.

Profumo?
Credo che il più buon profumo di tutti i tempi sia Armani Privè Ambre Orient. Mi chiedono tutti quali sia, dalle mie amiche a quando salgo su un taxi, peccato che lo abbiano tolto dal commercio, ne ho comprato tutte le confezioni in circolazione, ma ormai l’ho quasi finito.

Lo farai presente a Giorgio Armani?
Assolutamente si, la settimana prossima gli chiederò “perchè???” quando lo incontrerò a Oxfam, un evento benefico importante che vi chiedo di linkare nell’intervista. Insieme ad altre personalità del mondo dello spettacolo vogliamo dare visibilità a #sfidolafame, un impegno nella lotta contro la fame.

Ringrazio l’attrice Eliana Miglio per il tempo che mi ha dedicato per questa bella e lunga intervista, augurandole ogni bene per la sua carriera artistica.

Emilia Santelia

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