La sfilata di Alberta Ferretti celebra le sfumature di una donna forte e caparbia.
Una donna sexy che fa dell’eccentricità un aggettivo della libertà, che scrive le regole della propria vita, della propria personalità, del proprio abbigliamento. E con le stesse regole costruisce la propria figura di protagonista nella quotidianità mutevole della metropoli contemporanea.
Sulla passerella i look ci portano a guardarla con ammirazione, i capi trasudano di sicurezza e ottimismo. Quella di Alberta Ferretti è una donna che crede in se stessa e nelle sue capacità, caparbia e gentile, femminile e combattiva, libera dai pregiudizi e pronta a percorrere la strada che si è scelta
La collezione del prossimo autunno-inverno 2016-17 scommette su abiti avvolgenti e sensuali, liberati dalla struttura e dalla costrizione. Abiti leggeri e preziosi in cui il valore aggiunto è dato dalla femminilità che non ha mai paura di essere fuori luogo. Né fuori tempo, perché si libera anche dalla formalità degli abiti dedicati alle ore del giorno o della sera.
«Ho voluto disegnare una figura molto femminile e molto libera sulla quale l’abito potesse agire come un evidenziatore di caratteristiche molto determinate. Per esempio, la libertà di scegliere il proprio modo di essere, mutevole ma coerente. E anche la libertà di usare il romanticismo come la chiave della sensibilità. O, ancora, la possibilità di aggiungere un po’ di magia ai gesti quotidiani. Per questo sono tornata a lavorare con il taglio a sbieco e a utilizzare tessuti leggeri, in modo da ricavarne una moda avvolgente», dice Alberta Ferretti.
La leggerezza degli abiti in crêpe-satin modellati dal taglio a sbieco e impreziositi da pizzi intagliati che forma anche la fluidità dei completi casacca-pantalone; il peso aereo degli chemisier in chiffon stampato a fiori e sovrapposto da ricami di fiori tridimensionali; il carattere avvolgente dei cappotti in cashmere completamente ricamati sul dietro; la sensualità degli abiti sottoveste in pizzo sovrapposto da ricami ottenuti con un patchwork di chiffon, velluto e satin; la nonchalance delle tute da lavoro in satin bordate con un piping a contrasto; il prezioso che prende la forma di abiti e cappotti in tessuti jacquard goffrati su base di tweed e degli abiti, delle gonne e dei cappotti in tweed bouclé lavorato con inserti di pelliccia; la semplicità degli abiti bustier di lana o di cashmere con ricami tridimensionali; la formalità smitizzata della giacche maschili con il sottocollo in velluto a contrasto o di quelle femminili con i revers sciallati che formano tailleur sensuali. Sempre mischiando le lunghezze, dal molto corto al lungo passando per il longuette, nella costruzione di una silhouette sicura, lineare e sensuale che cammina su mules e stivaletti di velluto, liscio o ricamato, sull’altezza di tacchi a spillo o nella rilassatezza del senza tacco.
È la riscoperta di una femminilità che nasce da una magica miscela composta di determinazione e di libertà, in una collezione dall’aspetto metropolitano per una donna che sa costruire e gestire un quotidiano che si evolve con una mutevolezza e che suscita continue sorprese. Da dove nasce il nuovo aspetto di una nuova sensualità avvolgente.