Il legame tra Laura Biagiotti e la Cina è profondo, un amore che l’ha spinta a sfilare in Cina quando ancora nessuno lo aveva fatto, un sodalizio che continua e che viene celebrato durante la settimana della moda di Milano.
Per Laura Biagiotti la moda è una forma di arte diffuca, la sfilista elabora, per il prossimo autunno inverno 2016/17, una nuova identità estetica: saggezza confuciana e linguaggio contemporaneo per abiti intercalati con la stilizzazione di caratteri benauguranti.
L’ideogramma della collezione è l’incontro tra culture che determina accostamenti inediti e vibranti tra forme e materiali, lavorazioni e dettagli.
Niente è definitivo, la trasformazione è la quintessenza della moda. Le linee passano da volumi romantici a grintose suggestioni che ricordano la divisa di Mao. E’ lo stile Mr. Laura che compenetra l’energia femminile, Yin, con quella maschile, Yang. Le stampe dialogano tra est e ovest.
Centinaia di metri di frange in maglia fluttuanti profilano pull, abiti e cappotti. File di borchie vengono intarsiate nel tessuto e nel tricot come armature Ming. I contrasti determinano una nuova sintonia: materiali scultorei come il mikado incontrano la leggerezza delle farfalle e dei fiori applicati, o vengono dipinti a mano con pennellate che riproducono il bambu, simbolo di eternità. Il dialogo delle stagioni fa convivere in passerella abiti plissettati con trame dense e lavorazioni double, i ricami alternano ideogrammi sul tulle seconda pelle a corpetti fitti con disegni imperiali.
Sulla passerella Laura Biagiotti evoca un viaggio attraverso segni e simboli per abiti che donano benessere e felicità: motivi di longevità, dragoni imperiali, tigri bianche, fiori di loto, farfalle fantastiche, tralci della prosperità e personaggi leggendari.
La stampa-paesaggio nei toni del beige raffigura la minuziosa ricostruzione di scene quotidiane ispirate al rotolo di Suzhou, capolavoro della pittura cinese del XVIII secolo, che descrive in maniera sublime la vita dell’omonima città imperiale, la Venezia cinese. Gli abiti di seta hanno il collo-imperatrice, sono bordati di bottoncini e hanno alti spacchi che ondeggiano. La tunica si porta con i pantaloni stampati ed è intarsiata con il pizzo.
Simboli e greche benauguranti definiscono il patchwork per cappotti in panno e tailleur di velluto indossati con impalpabili camicie di organza. Effetto trompe l’oeil per la fantasia con disegni e personaggi leggendari che rivisitano un antico kimono: i fili del ricamo sono stampati, i decori prendono energia nei toni del blu, verde e viola e si indossano con capi di maglia oversized dall’aspetto astrakan. Le rouches sono un dettaglio caratterizzante: si inerpicano sulle spalle dei cappotti, si sciolgono in fiocchi nella seta o profilano la maglia.
“Vibrante sintonia e profonda affinità: sono queste le parole con cui il fratello dell’Ultimo Imperatore, il calligrafo Pu Jie, ha descritto il nostro incontro nella tavoletta che mi ha dedicato quando, nella primavera del 1988, fui la prima della moda italiana a sfilare in Cina. L’ha dedicata a me con l’appellativo di Mister Laura, seguendo l’usanza di rivolgersi al maschile in segno di rispetto. Sintonia e affinità mi legano al Celeste Impero e alla più grande comunità di donne del pianeta a cui, pioneristicamente, ho rivelato l’incanto del Made in Italy.” Laura Biagiotti
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