“Se dovessi parlarvi di abiti colorati, di abiti a trapezio, di grafismi circolari, di oro e di argento, di tricot rigata, di eco-pelliccia maculata, di maxi sciarpe, cosa vi farei venire in mente?”
Gli anni 70 s’intravvedono nelle collezioni Martino Midali e Midali Toujours A/I 16/17, reinterpretati ovviamente in chiave “midaliana”! Martino Midali gioca con i seventies: ridisegna l’equilibrio tra il basico jersey e il tessuto.
Riprendendo tutti i concetti must e riportandoli al 2016.
I volumi sono netti a trapezio e linee a “A” per gli abitini rétro caratterizzati da micro intarsi, da maxi cerchi optical, da mini punti jacquard. I cappotti sono ancora scenici, teatrali nei colori e nella forma, quest’anno sorprendentemente accorciati. Di lana, di alpaca, di velour, in fantasia tweed, pelosi e non.
La vera new entry è il pizzo, (oltre al neoprene, faux four, ecopelle, lurex), leggero e prezioso, ornato anche negli abiti midi e maxi, nelle bluse per una donna Midali di grande appeal.
Cancellato il confine labile tra giorno e sera. La giusta opposizione tra velluto rasato e maglieria tricot, nella tonalità cromatica del blu, ridisegna una femminilità esibita senza eccessi, annunciando un nuovo lusso. La palette ricorda più che mai le atmosfere vintage di quegli anni, grazie a un riuscito mix di arancione, rosso mattone, bordeaux, viola, giallo ocra, nero, grigio asfalto e blu ottanio.
QUATTRO DOMANDE A MARTINO MIDALI SUI SUOI SEVENTIES
Midali, i suoi di ’70 come sono stati?
Anni di grandi rivoluzioni, di rottura, di libertà e di sogni. Era chiara dentro di me la volontà di esprimermi, di creare.
La mia generazione aveva proprio voglia del cambiamento e io avevo tanti sogni, che si trasformarono in progetti per poi divenire una realtà. La mia realtà di tutti giorni.
Un’icona italiana e straniera di allora?
Assolutamente Patty Pravo, Barbra Streisand e Charlotte Rampling,
Perché rappresentano una rottura con il passato. Tutti i loro comportamenti, le loro provocazioni facevano riflettere.
E poi Jane Fonda: una donna assolutamente senza tempo.
Perché gli anni ’70 come ispirazione della collezione AI 16/17?
Non amo solitamente classificare per decenni, ma per questa collezione ho rispolverato il vissuto di quegli anni. Io credo sia giusto costruire il futuro partendo dal passato, senza dimenticarlo, rendendolo contemporaneo, per dare alle generazioni dei ventenni di oggi la nostra stessa possibilità di sognare dell’epoca.
Qual è secondo lei il decennio storico che non è mai tramontato?
Il tempo del mondo non tramonta mai, è veramente una ruota che gira. Se non si hanno idee, ci si sente sopraffatti dagli eventi, visto i tempi che corrono, penso ci si possa rigenerare dando uno sguardo ai giovani.
Per scoprire altro di questa collezione non vi rimane che guardare la gallery e adocchiare il pezzo che vi ispira di più.
Di FRANCO LORENZON
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