Nel precedente articolo abbiamo introdotto parole quali Equilibrio ed Energia, proseguiamo questa fase introduttiva alla disciplina della Pranopratica.
Nel mondo greco, il nucleo della nostra cultura occidentale, si è diffusa per molti secoli la coscienza che la realtà non fosse fine a se stessa, ma segno di un rapporto con il divino, e la natura un ponte di comunicazione tra uomo e divinità. La natura appare dunque un mondo in cui tutti gli elementi che la compongono non sono isolati gli uni dagli altri, ma governati e attraversati da un unico principio.
Oggi, invece, constatiamo che l’uomo e la natura non coesistono in un rapporto equilibrato di interscambio, sono separati, spesso in conflitto. La nostra mente ci ha bloccato in una condizione di consapevolezza individualistica che ha irrimediabilmente strappato le nostre radici di naturalità. Siamo estranei ai processi naturali più semplici, divorati dalla tecnica, intrappolati nei tempi della quotidianità frenetica e dalla corrosiva e consolidata convinzione di essere padroni del Pianeta. Ostaggi di un modernissimo cortocircuito, in un disequilibrio fisico e mentale profondissimi.
Per recuperare invece la speranza di poterci ancora rapportare con noi stessi, con ciò che di divino abbiamo nell’animo, dovremmo ricominciare a riconoscere di essere parte integrante e sinergica in un complesso ecosistema vivente . Ciò avviene proprio esplorando la nostra connessione con la Natura, sia esteriore che interiore, semplicemente cominciando ad osservarla: basterebbe meravigliarsi di ogni sua forma e colore per avvicinarsi a quell’Energia pura e sottile che costituisce la Vita.
Un essere umano é parte di un tutto chiamato Universo, così come non siamo altro rispetto alla Terra e al Cielo: questa consapevolezza è il primo passo per qualsiasi guarigione e per comprendere il senso della malattia su cui torneremo più avanti.
“Soltanto i migliori di ogni cosa che esiste sotto il cielo sono equilibrati e possono, pertanto, manifestare la loro natura in tutta la sua pienezza. Potendo manifestare in tutta la sua pienezza la loro natura, possono manifestare la natura degli uomini. Potendo manifestare la natura degli uomini, possono manifestare la natura di ogni cosa vivente. Potendo manifestare la natura di ogni cosa vivente possono secondare il Cielo e la Terra quando fanno nascere e quando trasformano. Potendo secondare il Cielo e la Terra quando fanno nascere e quando trasformano, possono partecipare pienamente al Cielo e alla Terra.” Zisi (Kong Ji), Il costante mezzo, V sec. a.c.
Nelle scritture Indù il Prana ( che nel sanscrito significa “ soffio” ) viene descritto come un insieme di scintille di energia intelligente, quell’energia cosmica vibratoria onnipresente nell’universo capace di sostenere e pervadere anche il corpo umano. Jung, uno dei padri della psicologia analitica, racconta di aver studiato un gruppo di primitivi africani che iniziava la propria giornata respirando nel palmo delle mani e offrendo il respiro al Sole e al Cielo.
Quando Jung li interrogò spiegando come per lui quella fosse solo superstizione gli uomini della tribù risero a lungo della sua incapacità di uomo del XX secolo di comprendere il dovere di offrire il primo respiro alla fonte d’energia che sostiene la vita.
Nel prossimo appuntamento illustrerò come il corpo umano sia a tutti gli effetti un meraviglioso Corpo Elettrico.
Matteo Piccardi è un Operatore Discipline Bionaturali – Iscritto all’Albo di Diritto Privato in Pranopratica.
Riceve negli studi medici a Spotorno (SV) e Genova.
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