Prima della creatività e dello stile, di Camillo Bona, colpisce la gentilezza e il senso di riconoscenza.
Nei ringraziamenti, uno dei pochi a farli per iscritto, al primo posto ci mette le sue sarte. Nella foto simbolo della Maison ci sono due mani al lavoro.
In un mondo di ego sconfinato, Camillo Bona già prima della sua collezione mostra una rara sensibilità.
Silvana Mangano è la musa ispiratrice di Bona per la collezione che ha aperto l’edizione 2018 di Altaroma. Parte con colori tenui: cipria e grigio polvere, poi aggiunge righe e pois dai toni più decisi dell’azzurro e del blu. Qualche sprazzo floreale. Abitini corti dritti o a godè con tasche, sovrapposizione di tessuti. Dettagli infiniti, ma mai sovrabbondanti. Abiti lunghi stupendi, che rimandano a tante scene di Morte a Venezia.
Cappelli che sembrano architetture. Camillo Bona fa della sartorialità il suo punto di forza, cui unisce una costante tensione creativa. Impeccabile collezione, un vero e proprio elogio alla perfezione e anche alla lentezza. Una collezione lunga e ben studiata con le immagini di Silvana Mangano proiettate sulle pareti a mattoncini che sembrano tanti pixel formato xlarge. Intermezzi coreografici con Aurora Vanini, che si fa ammirare per la sua acerba bellezza, sebbene lontana dalla sensualità di Silvana Mangano in Riso Amaro.
A dura prova il passo delle modelle alle prese con delle ingovernabili scarpe. Brave!
Bravi tutti, designer in testa.
Annamaria Di Fabio
Foto via AltaRoma – [ph] F. Fior / Luca Sorrentino