Performance dal vivo della cantante 71enne Jane Birkin, così Gucci incanta Parigi con la sua magia teatrale.
Cascate di glitter, piume, frange e colori pop: richiami agli anni ’70 e ’80 per la nuova collezione Primavera-Estate 2019 di Gucci che gioca sulle contraddizioni e conquista con i colori.
Un evento sfilata stupefacente capace di spingere lo spettatore oltre le apparenze e godere di una nuova tensione visionaria dove tutto sembra possibile.
Davanti a 764 ospiti selezionati è andato in scena un racconto “teatrale” nel senso più alto del termine.
La cartella stampa di Gucci, una lode al teatro che vogliamo condividere con voi.
Leo de Berardinis e Perla Peragallo sono stati i due dioscuri più trasgressivi e appassionati, più decadenti e irregolari del teatro di ricerca italiano. Il loro “teatro di contraddizione” è stato un luogo di dissidenza permanente. Uno spazio in cui suggerire alternative radicali rispetto alla società e al linguaggio artistico dei loro tempi.
È la loro idea di teatro, infatti, a sfidare l’immobilità istituita, il conformismo e il potere. Uno sguardo anarchico e libertario aperto al flusso della vita.
Per Leo e Perla il teatro non può ridursi a spettacolo, perché lo spettacolo non produce altro che un’estetizzazione del già noto, una rappresentazione mortifera da
fruire passivamente. Il teatro deve piuttosto intendersi come “arte primordiale di conoscenza collettiva, di orrore e di gioia dell’essere, laboratorio per sperimentare
la complessità della vita in situazioni semplificate di spazio e di tempo”
(L. de Berardinis).
È del teatro, infatti, la capacità di creare nostalgia per una vita altra, di vibrare di tensioni etiche e politiche, di dispiegare poeticamente un potenziale trasformativo.
Per raggiungere questo obiettivo Leo e Perla costruiscono trame allucinate, folli, frammentate.
Sperimentano linguaggi teatrali capaci di superare distinzioni tra generi e discipline, tenendo insieme registri drammatici e comici, riannodando l’arte “alta” alla cultura popolare.
Il risultato è una poetica combinatoria e polisemica in cui Shakespeare, Rimbaud, Strindberg e Majakovskij reagiscono con la sceneggiata, la canzonetta melodica e la comicità di Totò.
In questa cornice è l’assemblaggio di materiali eterogenei e decontestualizzati a sprigionare nuovi riverberi e significati.
Un teatro di contaminazioni, apparentemente illogico e destrutturato, che produce epifanie e detonazioni.
Parliamo di un teatro frastornante, folle e immaginifico che i due teatranti costruiscono con estremo rigore e padronanza dei mezzi espressivi. Leo e Perla si assumono la responsabilità di ogni dettaglio della scena chiamato a partecipare all’azione teatrale: la luce, il movimento, i costumi, la scenografia, il suono e il rumore.
È una sintassi teatrale vissuta come sperimentazione assoluta, ovvero profonda ed estrema. Un’azione di s/montaggio che accosta e risemantizza il crocchiare di
vetri rotti e le arditezze di Schönberg, le voci amplificate e i corpi “geopolitici”, le immagini cinematografiche distorte e le melodie verdiane, lo scrosciare dell’acqua e
il sonnambulismo di Lady Macbeth.
Si tratta di frammenti che si riorganizzano intorno a un’intensità espressiva capace di portare altrove, di suggerire “l’apparizione irripetibile di una lontananza”
(W. Benjamin), di evocare nuove possibilità di senso. È in questa tensione visionaria che l’aura poetica si traduce in progetto politico. Il sentire scenico come frontiera del possibile.
a Leo e Perla, una resa di grazie.
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