Torna la moda della bella grafia. Scrivere a mano fa bene alla salute, riduce l’ansia e aiuta a ricordare meglio oltre che rendere i nostri pensieri più chiari e limpidi.
Una bella ginnastica per il cervello a basso costo, che torna prepotentemente di moda proprio in un’epoca dove la tecnologia la fa da padrona ovunque.
Bastano inchiostro, carta e penna per una boccata d’ossigeno, per uno “yoga mentale” a basso costo e dal grande risultato.
Come mai? Semplice, scrivere in bella grafia è un’attività lenta, ci aiuta a prenderci i nostri tempi, a rallentare, a trovare le parole giuste.
Impugnare carta e penna ci permette di raccogliere i nostri pensieri e di dare un tocco personalità al testo che può essere lieve, calcat0, ma sicuramente più incisivo delle emoticon o dei correttori automatici che completano le frasi al posto nostro.
In una delle più prestigiose università americani i professori spingono gli studenti a mettere da parte tablet e pc per prendere appunti con la penna.
A darne notizia un’inchiesta del magazine americano Medium che sottolinea come, ultimamente, molti professori di Harvard impongono agli studenti di prendere appunti manuali invece che su computer e tablet, e che in Arizona e North Carolina le scuole hanno lanciato campagne per insegnare correttamente il corsivo.
Non solo in America, anche in Cina, è nato un movimento per riappropriarsi della capacità di scrivere di proprio pugno: disabituarsi a maneggiare i loro difficili caratteri starebbe depauperando la memoria nazionale.
In Italia non siamo da meno, dal 2015 l’associazione Smed (Scrivere a mano nell’era digitale) che riunisce insegnanti e calligrafi, organizza corsi da Roma in su, per «evitare un impoverimento della motricità fine, della memoria visuale e motoria, dell’organizzazione cognitiva della scrittura e della capacità di esprimere noi stessi in modo unico, immediato, personale».
Ricerche scientifiche dimostrano che scrivere a mano aiuta a pensare meglio e ci spingano ad unire, anche se inconsciamente, cuore e mente, aumentando enormemente la capacità di usare il linguaggio.
Non è solo questione di tracciare segni, ma del pensiero che corrisponde al segno che si traccia, dunque. Scrivendo sulla carta, il pensiero si esprime in modi molto più distesi e riflessivi che con altri mezzi di ultima generazione.
Una moda che ha contagiato tanti, anche gli scrittori, che non hai mai ceduto del tutto al fascino della tecnologia.
Qualche esempio? James Ellroy scrive a mano i suoi libri, così le loro sceneggiature Quentin Tarantino e George Clooney, che assicura di essere un disastro nel «copia e incolla». Da oltre trent’anni, Maria Venturi produce best seller e lo fa sempre scrivendo a mano.
Scrivere a mano diventa un momento intimo con se stessi, come ricordava Plinio il Vecchio «Nulla dies sine linea», «Nessun giorno senza un segno».
Come restare allenati? Semplice, basta scrivere ogni giorno poche righe, anche solo annotare la propria giornata su un diario. In quattro mesi, si scoprirà che sono notevolmente migliorati la qualità del linguaggio e del pensiero.
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