Lo sappiamo benissimo, la moda è da sempre un settore in cui noi italiani non siamo mai stati secondi a nessuno, figuriamoci agli inglesi! La verità, però, è che da sempre questo mondo è stato popolato di termini stranieri. Non si storca il naso: nessuno vuole affermare che l’italiano non sia una lingua musicale, meravigliosa e piena di sfumature (proprio come la moda stessa), ma quello di cui ci troviamo a parlare è un settore sempre più universale, fatto di parole che devono essere riconosciute in tutto il mondo e che devono mantenere, allo stesso tempo, un certo carico dinecessario fascino.
Come ogni settore che si rispetti, anche quello della moda è da sempre stato contraddistinto dall’utilizzo di una lingua speciale fatta di tecnicismi e termini specifici, che permettono a coloro che fanno parte di questo mondo di identificare chiaramente ciò di cui si sta parlando. Il linguaggio della moda, però, è da sempre riuscito ad andare oltre a questi limiti, imponendosi anche all’interno delle riviste che leggiamo e delle trasmissioni che guardiamo tutti i giorni: in poche parole, è riuscito a diventare da subito universale. Proprio per questo, nel nostro paese come all’estero, il linguaggio del fashion è da sempre stato ricco di esotismi: cosa c’è di meglio infatti di una bella parola straniera, con il suo fascino e il suo suono a volte quasi incomprensibile, per rendere una novità del mercato ancora più suadente e affascinante alle nostre orecchie? Sebbene infatti esistano parole italiane in grado di tradurre senza alcuna perdita di significato quelle straniere (si pensi proprio al caso dell’iconico fashion) queste non saranno mai in grado di attirare l’attenzione e la curiosità di chi le ascolta come una parola francese o ormai, ancora meglio, inglese. D’altronde, voi comprereste mai un abito a basso costo? Molto meglio un bel low cost!
Ebbene sì, perché ormai pare davvero un dato di fatto: a partire dagli anni 2000 l’inglese ha cominciato a imporsi definitivamente sul francese facendolo diventare, inevitabilmente, demodé. E se alcuni termini francesi continuano imperterriti a resistere e a imporre la loro presenza in questo mondo proprio per il loro essere fortemente radicati nel nostro immaginario (boutique, atelier e l’immancabile avant-garde tra i tanti) oramai se ci si vuole avvicinare al mondo della moda il vostro stile dovrà essere quanto più possibile evocativo, ovvero trendy e cool. Si tratta di un processo che da lungo tempo attraversa questo settore, ma che ha visto negli ultimi anni una vera e propria esplosione a causa del progressivo indebolimento del modello culturale francese. Se quindi inizialmente questa tendenza aveva cominciato a imporsi in quanto proprio l’inglese permetteva, con le sue facili costruzioni, di sostituire lunghe perifrasi con poche semplici parole (come nel caso di fashion victim o fashion week, ormai diventati parte della nostra quotidianità) ormai il fascino di questa lingua ha coinvolto ogni aspetto di questo mondo. E mentre al francese rimangono per lo più tecnicismi, chi non parla inglese ora è destinato a essere inevitabilmente out.
Lo abbiamo detto, tutte le riviste non fanno che ricordarcelo: l’inglese è oramai LA lingua della moda. Se quindi sei un giornalista o vuoi comunque cominciare davvero a entrare a far parte di questo fantastico mondo, la conoscenza di questa lingua ti è ormai assolutamente indispensabile per arrivare a parlare direttamente al tuo target. Cominciando quindi da subito ad ampliare il tuo dizionario di inglese aiutandoti anche sfruttando applicazioni come Babbel, non possiamo che concludere fornendoti qualche termine che dovrai assolutamente conoscere per riuscire a importi all’interno di questo settore:
Se quindi anche voi avete intenzione di cominciare a masticare davvero la lingua della moda, è arrivato il momento di praticare il vostro itanglese!
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