Quella degli italiani verso il caffè è una vera e propria dipendenza, la venerazione di un culto corredata da rituali e celebrazioni. Il nostro paese è quello in cui si beve più caffè, in cui ogni persona mediamente spende 260 euro l’anno per bere questa popolarissima e storica bevanda, ricca di pregi e difetti a seconda di come la si vuole pensare.
Aiuta a prevenire tutte quelle malattie che più ci spaventano, tra cui diabete, Alzheimer, cancro, ictus, contiene tantissime vitamine e sostanze buone per il nostro organismo e ci aiuta a ingranare una marcia in più durante la giornata. Allo stesso tempo può disturbare il sonno, la gravidanza e agitarci troppo, a discapito del nostro cuore.
Gli italiani però sembrano non prendere nemmeno in considerazione i suoi contro, continuando a bere caffè in modo godereccio e automatico, ma non senza contestazioni. Come sempre infatti la nostra nazione è divisa in fazioni, tutte ben radicate e orgogliose, a seconda di come il caffè si fa e si beve.
Ci sono varie scuole di pensiero: chi ama bere il caffè mattutino in casa, e chi invece predilige fare colazione al bar, fra chi lo fa con la moka e chi lo fa con la macchina, fra chi lo beve ristretto, lungo, macchiato, con zucchero o senza zucchero e così via. Oggi esiste poi anche un’altra opzione: grazie agli accessori Bialetti To Go, come la bottiglia termica e il mug termico, che permettono di prepare il caffé in casa e poi gustarselo ancora caldo durante la giornata.
Prima il caffè casalingo era inteso esclusivamente come quello fatto con la tradizionale moka e per l’espresso era necessario dover andare al bar. Oggi invece, praticamente in tutte le case italiane, oltre alla classica caffettiera si può trovare anche una macchina per il caffè espresso, veloce, facile da usare e che solitamente garantisce un caffè di qualità ottima, simile proprio a quello del bar. Decretare quale sia il caffè migliore è praticamente impossibile, in quanto dipende dal gusto personale.
La macchina per l’espresso ha stravolto il mercato del caffè negli ultimi anni, avvantaggiata dalla semplicità del proprio utilizzo, ancora più intuitivo di quello già elementare della moka, e dalla velocità di erogazione, preparandoci una tazzina di caffè in pochi secondi. Esse possono essere a capsule oppure a cialde, ma sono le prime a rappresentare la maggioranza, offrendo una grandissima varietà di gusti a prezzi tutto sommato bassi, anche se maggiori rispetto a quelli che comporta una moka. Gli italiani preferiscono per questo fornirsi di capsule compatibili, solitamente più economiche di quelle create appositamente per la propria macchina ma comunque di alto livello
Interessante la proposta di Mokona Bialetti, una macchina trivalente (moka, capsule ESE, cialde). Senza rinunciare alla tradizionale preparazione del caffè quando occorre, Mokona funziona con le capsule Bialetti, con una gamma di caffè gourmet e ricercati.
Le macchine per l’espresso comunque non hanno messo fine al tradizionale utilizzo della moka, ancora ben radicato in Italia. Essa è uno strumento imprescindibile e presente in qualsiasi cucina, che permette di ottenere una bevanda decisa e robusta, ma più acquosa di quella del bar.
Per preparare una buona moka, innanzitutto, si riempie d’acqua la parte inferiore, o caldaia, stando attenti a non superare il livello della valvole e a non metterne troppo poca. In seguito andrà versata nel filtro la dose giusta di caffè in polvere, ma anche qui stando attenti: a seconda delle diverse credenze, la polvere va schiacciata e “pareggiata” con il cucchiaino oppure non va neppure sfiorata, lasciandola così come si è assestata. Una volta fatto tutto ciò si potrà chiudere ed avvitare la moka.
Bisogna poi metterla sul fornello e anche qui, l’intensità del fuoco genera discordie: alcuni dicono che la fiamma bassa sia un obbligo, mentre altri sostengono che bisogna abbassare la fiamma quando il caffè comincia ad uscire.
Quando la moka inizierà ad emanare il suo rumore tipico, significherà che possiamo toglierla dal fuoco. Il caffè prima di essere servito va mescolato, per amalgamare la sua parte più densa con quella più liquida.
Dunque anche se il caffè casalingo per eccellenza rimane quello della moka, da qualche tempo l’impazienza, la velocità della routine e la comodità hanno imposto le macchine a capsule come tendenza per gli italiani, alimentando ancora di più la categorizzazione tra consumatori e la divergenza fra diverse scuole di pensiero.
Per capire meglio l’affinità degli italiani con il caffè, approfondiamo il viaggio del chicco dal raccolto alla tazzina
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