Sicuramente il periodo storico che ha maggiormente influenzato la moda e le abitudini della nostra società è quello che va dagli anni ’50 agli anni ’60: Hollywood e Cinecittà, tramite la giovanissima televisione e il più vecchio cinema, plasmano una Italia che ha solo voglia di divertirsi dopo i duri anni della guerra. Ecco allora che dalle passerelle ai locali della dolce vita si sviluppa uno stile allegro, dalle fantasie più varie e dalle geometrie insolite che donano movimento alla figura.
Ormai è passato ben più di qualche decennio, tante sono state le innovazioni tecniche e stilistiche di geni del mondo della moda, ma esistono alcuni evergreen che non possono mai mancare nel guardaroba femminile. Sia che li amiate che il contrario, questi pezzi sono il perfetto dress code per molte occasioni. Il segreto? Che siate magre o curvy, con una silhouette a triangolo (con spalle più larghe rispetto ai fianchi) o con le classiche curve mediterranee, gli abiti che indossavano le nostre nonne in quegli anni stanno bene davvero a tutte.
Il tipico esempio di un abito di quegli anni (che guai non averlo!) è il tubino in stile Colazione da Tiffany: ricordate la splendida Audrey Hepburn fasciata (non strizzata, come troppo spesso si vede in giro di questi tempi) nel vestito senza maniche nero che le arriva poco sopra il ginocchio? Ecco quello che intendiamo: la geometria è semplice ed essenziale, ma esalta al massimo quelle che sono le forme naturali della donna.
Una delle principali eredità degli anni ’50, giunta fino a noi grazie al genio di Dior, è la gonna a ruota: lo scopo è quello di portare l’attenzione dell’osservatore su una caratteristica fisica che tutte noi abbiamo: il punto vita. Le alternative a nostra disposizione sono due: la semplice gonna o l’abito a ruota. Con i giusti abbinamenti è difficile trovare un fisico a cui non doni questo modello.
Proprio perché le gonne a ruota sono uno dei grandi must di quegli anni, abbiamo ovviamente diverse versioni, per il giorno come per la sera. Cosa cambia? Il corpetto e la lunghezza della gonna. Se lo scopo della moda del periodo è quello di esaltare al massimo le forme femminili, questo genere di abiti è lo strumento perfetto: corpetto aderente, vita stretta, spalle scoperte e gonna vaporosa (magari anche in tulle) lunga al ginocchio sono gli ingredienti per abiti bon ton per le belle serate estive; corpetti minimal, in tessuti leggeri, gonne corte e a ruota, il tutto condito da fantasie optical o colori sgargianti sono quelli per le giornate più calde dell’anno.
Se il classico sulla spiaggia sono sempre stati occhiali a goccia, abiti morbidi in tessuti naturali (su tutti il cotone e il lino), borse di paglia intrecciate e le immancabili zeppe di corda, quest’anno è tornato di moda uno stile iconico degli anni ‘50 e ‘60: le pin up. Le belle e procaci dive (basti pensare a Rita Hayworth e Marilyn Monroe), le cui foto alleggerivano i pensieri soprattutto dei soldati al fronte durante la Seconda Guerra Mondiale (anche se il fenomeno era nato durante i primi anni del Novecento) tornano ad essere protagoniste sulle nostre spiagge.
Basta costumi eccessivamente micro che stanno bene solo alle modelle taglia 38: le protagoniste di quel periodo avevano ben altri fisici, eppure nessuno si sognava di dire che erano brutte. Ecco allora che le case di moda tornano a guardare ai costumi da bagno in stile pin up (a proposito, se volete avere un’idea di quelli che sono i modelli di questo genere fate un giro tra le proposte di Banana Moon, marchio sempre alla ricerca delle ultime innovazioni stilistiche senza perdere di vista i fisici da vestire e la qualità dei prodotti offerti) per offrire un’alternativa che stia bene a tantissime donne, grazie a reggiseni che fasciano il petto, senza costringere, e slip a vita alta più o meno sgambati.
Pronte a trasformarvi nelle nuove pin up? Quali sono i vostri pezzi forte di questo periodo?
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