Oggi parlare di Mattia Narducci, significa identificare un vero talento nel mondo della moda che in soli due anni da semplice ragazzotto con tanti sogni nel cassetto, si è trasformato in un modello conteso dalle grandi maison.
Attualmente Mattia Narducci è uno dei testimonail di Guess, protagonista dell’ultima campagna che già è visibile sulle maxi affissioni in America, in città come Los Angeles e Las Vegas. Fra gli altri volti, si nota anche quello di Stefano Sala.
Mattia è amatissimo sia da Giorgio Armani sia da Dolce & Gabbana, e in questa intervista ci racconta come vive questo suo momento di grande successo.
Ti aspettavi che sarebbe stato così lavorare nel mondo della moda?
M’immaginavo una professione più semplice, invece lavorare in questo mondo è veramente molto impegnativo, soprattutto per me che ho proseguito parallelamente gli studi universitari.
Pensavo che per svolgere l’attività di modello e avere successo bastasse la bellezza estetica, invece i requisiti necessari sono tanti altri: sono fondamentali la personalità e soprattutto la capacità di entrare in sintonia con il vestito che indossi e l’ambiente circostante.
La professionalità, l’atteggiamento e l’educazione sono le basi di questa professione. Ad ogni modo è un mondo veramente affascinante: ti permette di girare il mondo, fare nuove amicizie e di conoscere tantissime persone, professionisti dal grande spessore artistico e culturale.
Qualcuno ti definisce “nuova promessa della moda” e “futuro top model”. Che significato hanno queste parole per te?
Da due anni sto svolgendo questa professione con tanta tenacia, impegno e determinazione. Non mi sono adagiato e demotivato neppure di fronte a qualche difficoltà iniziale. Ho trovato una persona che ha creduto in me fin dall’inizio e ha saputo valorizzarmi al meglio. Sono molto contento che tante persone mi vedano oggi come nuova promessa della moda, significa che sto lavorando bene e che i miei sacrifici stanno dando i loro frutti.
In questo anno ti sei diviso molto tra l’Italia e l’estero, quali differenze hai trovato nel modo di lavorare?
Il modo di lavorare è pressoché identico, l’unica differenza è rappresentata dalla lingua. Per poter lavorare efficacemente è necessaria un’ottima conoscenza dell’inglese. Ad ogni modo fin d’ora ho lavorato prevalentemente con stilisti italiani.
Ricordi quale emozione hai provato durante il tuo primo shooting e la tua prima passerella?
Ricordi indelebili rimarranno sicuramente i primi incontri con Giorgio Armani, Domenico Dolce e Stefano Gabbana.
Non scorderò mai il mio primo incontro con il con il Sig. Armani, mio concittadino, avvenuto nella sua maestosa e splendida sede di via Borgognone. Impossibile scordare l’emozione provata nel vestire i suoi meravigliosi capi e il tremore delle gambe durante la prima camminata nel buio dell’Armani Teatro di fronte allo sguardo di ghiaccio del re della moda.
Ricorderò per sempre anche il mio primo fitting per D&G con Domenico Dolce inginocchiato ai miei piedi per sistemarmi l’orlo dei pantaloni, e i suoi preziosi consigli e incoraggiamenti per la mia prima passerella al teatro la Scala di Milano.
Ho sempre immaginato che i grandi stilisti avessero un ruolo più marginale nella preparazione dei vestiti, nella vestizione, e si limitassero agli ultimi ritocchi, invece sono gli unici “attori” nella creazione dell’abito.
Sei tra i nuovi testimonial della campagna mondiale di Guess il tuo volto sarà in tutto il mondo che sensazione provi?
Lavorare per questo brand è eccezionale, organizza tanti eventi unici ma soprattutto ci tratta come delle vere e proprie star.
Paul Marciano è una persona straordinaria, sono entrato da poco nella sua grande “famiglia” di moda e già mi ha dato la possibilità di fare una campagna così importante professionalmente, che mi darà la l’occasione di avere maggiore visibilità in tutto il mondo.
La campagna è già uscita in America e vedermi sui grossi cartelloni di città come Los Angeles, Las Vegas mi riempie di gioia, mi rende orgoglioso e mi ripaga degli sforzi fin qui fatti.
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