Maison Margiela Artisanal co-ed primavera-estate 2020
John Galliano infrange, ancora una volta, qualsiasi preconcetto e lo fa con tessuti e abiti riciclati, una trasformazione per una nuova vita.
Una scelta decisa che prende spunto dal gesto borghese come eredità sociale.
Per la collezione Maison Margiela Artisanal primavera-estate 2020, il direttore creativo John Galliano identifica la natura del gesto borghese e investiga l’impatto dei suoi codici nell’era della rivoluzione cyber-industriale. Uniformi antropomorfizzate attraverso il linguaggio del corpo: un cappotto portato con nonchalance attorno alle spalle, l’insolente nodo con fiocco o il drappeggio sull’avambraccio di un tessuto scozzese. Radicati nel tempo rivoluzionario del progresso industriale, gesti una volta distintivi di una nuova raffinatezza – di innovazione, consumismo e materialismo – sono associati a ideali di un’eredità culturale. Attraverso il riciclo di codici borghesi, viene proposto un processo di riutilizzo di valori: una nuova consapevolezza borghese fondata sui principi etici del lusso.
In un tempo di consumo di massa, la sovrapproduzione è integrata nel nostro desiderio di ricreare emozioni annesse a codici di abbigliamento aspirazionali e ai gesti attraverso cui vengono attivati. Perfezionando la premessa della linea Artisanal, la maggior parte dei materiali selezionati per questa collezione sono riciclati.
Lavorati con nuove tecniche sviluppate per catturare il ricordo di gesti, il processo sartoriale e la rappresentazione delle uniformi borghesi: la giacca in tweed, il trench, la sciarpa foulard stampata. Questi capi iconici vengono tagliuzzati, ridotti alla loro essenza, rivalutati in chiave ribelle.
I gesti blasé di una borghesia da ritrovare nella costruzione di capi, rendendo immortali i segnali intuitivi creati attraverso i gesti spontanei di avvolgere, afferrare, stringere. Utilizzando la nuova tecnica del work-in-progress, maniche e culotte integrano ed elevano i materiali delle toile in calico’ e mussola, illustrando attraverso i capi, diverse fasi della sartoria.
Negli abiti gessati, la divisa del gentleman sofisticato e misurato, i gesti del taglio del sarto sono colti nell’atto: una manica pende dall’orlo di una spalla, lo spazio vuoto riempito da inserti di tulle. Abiti a sirena tagliati di sbieco sorretti da strati traslucidi che creano un effetto acquarello filtrage, evocando le tinte pittoriche e ricchi di suspense associate in maniera subliminale alla borghesia. Fori tagliati a mano secondo la tecnica del décortiqué – termine della maison per indicare la riduzione dei capi alla loro struttura essenziale – diventano un’astrazione del pizzo. Tessuti affettati come paillettes che sfarfallano e rivelano lo strato sottostante a contrasto. L’ideale borghese di un abito a colonna infuso dal profumo ribelle di un’umile canotta a spalline sottili.
La sfilata presenta frutta della collaborazione tra Maison Margiela e Reebok, una calzatura che fonde la Tabi con la InstapumpFury in un dialogo riflessivo sulla scienza di oggi.
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