Moda, musica e spettacolo sono da sempre unite in una passione che va al di là del tempo. Tutti noi, sin da bambini ascoltavamo gli album dei nostri artisti preferiti e ne prendevamo ispirazione per migliorare il nostro look.
La musica come la moda crea infatti questo fortissimo senso di appartenenza ad un gruppo, inteso come qualcosa, di indefinito, impalpabile ma estremamente presente.
Entrambe naturalmente sono cambiate nel tempo, sia nello stile, che nei modi di divulgazione dei prodotti.
Se prima andavamo al mercatino o al negozietto sotto casa per comprare dischi, spartiti o strumenti, ora il mercato, la piazza, si è trasferita in internet, luogo d’eccellenza per la vendita di strumenti musicali e per acquistare musica.
Musica e moda, un connubio indissolubile. Entrambe si contaminano ammiccando l’una all’altra. La musica come la moda si è trasformata nel tempo ed entrambe hanno scoperto un nuovo metodo di comunicazione e di vendita: il mondo on line.
Vediamo allora i cambiamenti di stile nei look, come nei suoni, analizzando quattro stili musicali
Forse non tutti sanno che il termine rockabilly all’inizio veniva usato in maniera dispregiativa da quando, nei primi decenni del XX secolo, questo tipo di musica si diffuse in America.
Gli abiti sgargianti e vistosi, gli accostamenti azzardati e un modo di essere chiaramente lontano dalla borghesia cittadina, rendeva questo stile criticato e troppo estremo. Ma la nicchieera pronta a far tendenza e i negozietti di riferimento per chi si era avvicinato a questo stile era lo storico Memphis Flash. La stessa cosa accade ora, con gli abiti, i dischi, soprattutto vinili e gli strumenti come le chitarre elettriche, il basso e la batteria: tutto on line!
Lo stile mod nasce a Londra verso la fine degli anni ’50 e raggruppa gli amanti del jazz moderno. Il look è sobrio ed elegante ispirato allo stile delle prestigiose università americane: camicie bottown-down, giacche con tre bottoni e revers, pantaloni, cravattini e mocassini.
Il motto dei Mods era “adopt, adapt, improve” (adotta, adatta e migliora) motivo per cui facevano propri gli impulsi della società consumistica del tempo senza però lasciarsi influenzare da mode passeggere.
I Mods ci sono ancora e in rete si trovano molti maglioncini stile college, musica da comprare e per chi suono, tutti gli strumenti a fiato per fare jazz e soul.
Il protagonista di questo stile è stato ed è sicuramente David Bowie; bello, eccentrico e ambiguo, i suoi successi sono ancora la colonna sonoro delle nostre serate.
Il look è caratterizzato da teschi, glitter, colori accesi e borchie dal chiaro sapore anni ’70.
I capi che non possono mancare nel nostro armadio sono: jeans skinny, blazer, t-shirt grafiche oversize, minigonne e chiodi di ogni genere magari abbinati a capi di tessuti diversi.
In rete si trova di tutto sull’argomento: abbigliamento, libri, cd, vinile e gli strumenti per ripetere quei sound magnifici: come la chitarra elettrica o il mitico basso.
I punk non sono solo look, ma soprattutto ideologia, un modo di vivere nato nella Londra degli anni ’70, il termine in inglese significa “cheap stuff”, cioè “cose di basso prezzo”. Si capisce perciò come da subito questa ideologia sia fortemente legato alla moda. Legame che si rafforzò ancora di più quando Vivienne Westwood e Malcolm McLaren aprirono il negozio Sex, negozio che diede anche il nome alla band punk per eccellenza: i Sex Pistols.
I capi irrinunciabili sono: calze a rete, meglio ancora se strappate, così come le t-shirt stampate. Non potete poi rinunciare a scarpe con i lacci: anfibi, stivali, platform non importa. Il colore di riferimento è naturalmente il nero.
Un tempo si andava a spulciare nei mercatini per trovare la maglia giusta da disegnare o strappare, ora si cerca in rete e vi assicuro che trovere veramente di tutto, strumenti musicali compresi.
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