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Filosofia, cinema e letteratura insieme nel libro di Emanuele Anceschi

La pandemia ci ha segnati profondamente, ha cambiato il nostro modo di vivere e di rapportarci con gli altri. La società stessa è cambiata. Il mondo è cambiato…Ma in tanto malessere è emerso anche qualcosa di positivo, quello che nei paesi anglofoni si traduce con “silver Lining” ovvero la capacità di vedere anche il lato positivo scaturito da  un evento di per sè negativo.

Ci siamo trovati a fare i conti con noi stessi e il nostro percorso personale, a farci domande, porci interrogativi e cercare risposte.

Una sorta di risveglio di consapevolezza , magari  sopita dal rumore di fondo della società moderna.

Un risveglio dell’IO che Emanuele Anceschi,  neo autore, ha deciso di mettere nero su bianco con pensieri e le riflessioni nel suo libro “Storia di una festa mobile con Nietzs che, Kerouac, Von Trier, Alice e tanti altri”.

Incuriosita ho preso un caffè virtuale con Emanuele, non sono mancati  momenti di riflessione, introspezione e risate. Perchè masticare Nietzsche non vuol dire non apprezzare anche lo stile allegro e spregiudicato di Montaigne…l’intervista

Come è nato il libro?

Il libro è nato senza neanche rendermene conto. Stavo scrivendo riflessioni che avevo maturato nel corso degli anni. Poi leggendo libri, guardando film e collegando questi pensieri ai viaggi che ho fatto in giro per il mondo è nata l’idea di scrivere un libro.

Parto da premesse filosofiche e arrivo alle mie conclusioni.

Oltre a brevi racconti di viaggio, mi sono servito di film e registi, di libri e scrittori e filosofi per dare fondamenta alle mie riflessioni. Utilizzo uno stile veloce e originale per non appesantire il testo.

Quali sono gli argomenti trattati?

Uno dei temi è quello che definisco il mercato delle idee: queste vengono prese e gettate quando non vanno più bene come se fossero indumenti.

Altri temi sono l’inconscio, la vita inautentica che viviamo in quanto progettata non da noi stessi ma da altri, le strutture di Foucault che rendono l’uomo mero oggetto di studio, il concetto di amore (o meglio i concetti di amore), la società alienante dei consumi e il viaggio come possibile esperienza di accrescimento personale.

Quale è l’origine del titolo?

Il titolo richiama “Festa mobile” di Hemingway. Uno dei miei scrittori preferiti. Nel libro racconto di un viaggio che fa il protagonista per arrivare a un tempio dove spera di trovare risposte alle sue domande. Il senso del libro è che la vita va vissuta come fosse una festa mobile, fatta di viaggi, di mistero, di scoperte, di nuovi cibi e bevande, nuove persone da conoscere, nuovi paesi da visitare. Guardare il mondo con gli occhi di Alice nel paese delle meraviglie, mettendosi in gioco come fa lei e non giudicare sempre da una posizione gerarchica.

Cosa pensi possa apportare il tuo libro ai lettori in questo contesto di pandemia e restrizioni sociali?

Penso che sia importante riconsiderare il ruolo della filosofia. Diversi filosofi si sono posti le nostre stesse domande. Alcuni hanno dato risposte, altri hanno posto ulteriori domande.

E’ un enorme aiuto partire già con il sapere di questi pensatori per poi arrivare alle proprie risposte. Il lockdown ha dato l’opportunità di conoscersi meglio, di fermarsi e di guardarsi dentro.

Se da una parte può spaventare, dall’altra può essere anche una grande occasione per analizzarsi in profondità, capire quali sono le cose davvero importanti e prendere in mano la propria vita.

E’ stato difficile approcciarsi al mondo della scrittura o è stato invece un percorso fluido e naturale?

Personalmente ritengo che bisogna partire per gradi come in tutte le cose. Ho scritto di quello che conosco, quello di cui ho fatto esperienza diretta e ho vissuto sulla pelle.

E’ stato un percorso più agevole di quello che pensavo all’origine proprio perché nel mio libro, che è a metà strada tra il saggio e il narrativo, racconto le mie riflessioni e le mie storie vissute in prima persona. Inizialmente volevo scrivere solo un saggio ma quello che ne è uscito è un saggio narrativo.

Mi sono lasciato trasportare un po’ dalla corrente, senza ingessarmi su una posizione. Ho inoltre trovato una casa editrice seria e competente che mi ha dato fiducia: Brè edizioni. Sono stato molto fortunato.

Pensi di scrivere altri libri/saggi nel tuo futuro?

Probabilmente sì. Se in questo libro parlo maggiormente dei miei viaggi in Asia, nel prossimo penso di concentrarmi sui viaggi che ho compiuto negli altri continenti. Ho imparato che la scrittura ha i suoi tempi e non è sempre possibile, mentre si lavora durante la settimana, riuscire a scrivere la sera. Mi prenderò il tempo necessario. Penso che scrivere sia comunque sempre un “donare” qualcosa a familiari, amici e in generale alla collettività.

Si dà una parte di se stessi, nel mio caso una parte della mia vita.

Il libro di Emanuele “Storia di una festa mobile con Nietzsche, Kerouac, Von Trier, Alice e tanti altri” è in vendita presso le migliori librerie e sugli store digitali, tra cui Amazon e nel formato Kindle oltre che in libreria.

Redazione

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