Modello di fama mondiale, attore in molti film e serie di successo, cantante e tanto altro ancora. Alessandro non mette paletti nel suo lavoro, affronta ogni sfida con entusiasmo, determinazione e sensibilità.
Alessandro Egger ti colpisce con la sua presenza sui Red Carpet, ti incanta con il suo sguardo magnetico, ma a rimanerti impressa è la sua umiltà. Pronto a mettersi in gioco, a dare una mano, ad aiutare il prossimo, ti fa sperare in un mondo migliore.
Una bella chiacchierata per conoscerlo meglio, dove ci racconta il suo passato, i suoi pensieri e i suoi sogni e obiettivi futuri. Godetevi questa intervista!
Sei giovanissimo e hai un successo planetario, ti va di raccontarci della tua infanzia?
La mia infanzia è stata come quella di molti ragazzi di oggi, di ieri e purtroppo di domani, dura, e volta all’auto crescita e cura. Posso dire di essere stato la madre e il padre di me stesso, ma questa assenza fisica e emotiva mi ha portato a creare un cerchio familiare di amici e di persone affezionate a me che tutt’oggi considero la mi famiglia. Un infanzia però anche bella, perché essere solo ti permette di crearti abitudini al di fuori, esplorare e creare una tua identità basata sui tuoi interessi reali, senza essere troppo condizionato, e quel poco che ti condizionano a casa a svanisce perché incostante. Quindi senza la mia infanzia oggi non avrei avuto un futuro così sorprendente viste le premesse.
Quali erano i tuoi sogni da bambino?
Fare l’attore e il rapper.
Fin da piccolo hai partecipato a trasmissioni televisive, come the band, in che modo è nata questa tua passione per la recitazione ?
Sin da piccolo mi appassionava guardare film e mi trasmettevano talmente tante emozioni da volermi spingere ad arrivare anche io a stare dentro ad uno schermo. Mi filmavo sempre, fotografavo, avevo la passione di creare ricordi immortalando attraverso immagini e video. Da quando sono adolescente ho sempre avuto qualcosa per documentare, che sia foto o video.
Le prime volte che eri sotto i riflettori ti sentivi in imbarazzo oppure fin da subito eri a tuo agio e spontaneo?
A mio agio da subito, dal primo spot, come bere un bicchiere d’acqua!. Mi risultava molto facile, quasi senza nemmeno impegnarmi, come fosse una mia estensione naturale.
In the band hai esibito anche le tue doti canore, vorresti continuare a coltivare anche questa tua passione in futuro?
Assolutamente si, la musica è sempre presente a casa e ho uno studio di registrazione che posso considerare la mia terapia. Amo ascoltare musica e registrarla.
Hai partecipato anche a una trasmissione di fama mondiale come House of Gucci , quali sono state le tue emozioni quando hai saputo di avere ottenuto il ruolo di attore ?
Arrivare a girare con Ridley Scott come regista è un emozione talmente grossa, gratificante e speciale che l’adrenalina non se ne va più via, è ancora presente se solo chiudo gli occhi.
Sei noto al grande pubblico anche grazie alla partecipazione a Pechino Express, raccontaci come è stata questa avventura ?
L’ho voluta per anni, e ho fatto diversi incontri ma per un motivo o per un altro, vuoi l’età, vuoi la coppia, sono riuscito ad andare con la persona che meno mi sarei aspettato, ovvero mia madre. Il tutto nasceva per cercare di riprendere in mano un rapporto e riavvicinarci in un avventura che non può fare altro che unire, perché priva di ogni cosa tranne del tuo partner e del suo supporto. A livello chimico non è andata come mi immaginavo, ma nella vita non si perde mai, si impara.
Per caso, come le cose più belle, quelle non programmate.
Una volta tornato da Roma, dal set di medico in famiglia, mi sono ritrovato con del tempo da riempire prima di tornarne sul set, e in quelle giornate a Milano era mi abitudine andare in giro a cercare opportunità, andavo negli studi televisivi, radiofonici a cercare di farmi notare. Un giorno avevo deciso di farmi il giro di tutti i brand nel quadrilatero della moda perché avevo sentito che amici facevano i camerieri negli showroom di moda, così dopo un giro fra i vari brand finisco da Versace, dove mentre parlavo in reception con una ragazza, fui notato dal casting director, come in un film, mi ha visto per caso, e mi ha cambiato la vita. Da lì 2/3 giorni dopo ho incontrato Donatella Versace e il mio primo lavoro da modello è stato proprio con questo grande brand.
Ora che sei un modello di fama mondiale come riesci a conciliare anche i tuoi altri impegni professionali?
Sono cresciuto volendo questa vita, quindi per me tutto viene con la naturalezza e la spontaneità, sono molto organizzato, però credo che senza un’organizzazione forte sia difficile mantenere un livello alto nel lavoro e nella vita privata, quindi bisogna creare e prefissare degli obbiettivi, non dimenticando l’importanza della vita privata e il benessere personale che per me sono fondamentali.
Una cosa che non è da tutti i personaggi conosciuti come te è quella di avere fatto lavori anche ‘umili’ , quali sono e cosa ti hanno lasciato?
Tendenzialmente avendo bisogno di mantenermi da sempre, anche perché a 12 anni io già avevo bisogno di attrezzature specifiche, volevo avere videocamera, microfono, skateboard e altri oggetti per esprimermi, quindi le pubblicità e i lavori sin da giovane mi hanno insegnato il valore dei soldi. Per pagarmi la scuola ho preso un prestito in banca e di conseguenza lavorare era fondamentale quindi per anni ho organizzato le serate hip hop di riferimento a Como con un gruppo di ragazzi davvero gigante, insieme eravamo un movimento. Poi ho fatto per anni il barista, tra i lavori più particolari, il driver però di Gloria Gaynor, l’apprendista in un negozio di antiquariato, controllo qualità, consegnavo le pizze a ponte chiasso e molto altro.
Obbiettivi per il futuro?
Fare film internazionali da protagonista , allargare la mia famiglia, mantenere un fisico sano e forte, viaggiare sempre e mantenere gratitudine e rispetto per me stesso e chi incrocia il mio cammino.
Come ti vedi tra 10 anni?
In un mondo senza guerra, senza paure, immerso nella felicità, preparando un film, in viaggio, con Madalina al mio fianco, amplificazione massimale di tutto quello che abbiamo fatto 10 anni prima. Solo delle cose belle però (ahaha)
Di Alessandro Tambasco