La sfilata di Gucci a Milano, la prima senza Alessandro Michele, ha dato vita ad un’esperienza unica e coinvolgente, dove l’improvvisazione è stata celebrata come metodo collaborativo e fucina creativa. Sulla passerella un crescendo di capi e accessori che riflettono la personalità poliedrica e geniale degli artigiani della Maison.
Uscita dopo uscita, a calcare la passerella una collezione che celebra l’individualità e la libertà di espressione, dimostrando che l’improvvisazione può essere uno strumento costruttivo nella creazione di moda.
La cartella stampa della sfilata:
“Dall’incontro tra i liberi impulsi delle singole menti nascono espressioni collettive. La collezione Gucci Uomo Autunno Inverno 2023 si avvale della formula dell’improvvisazione come metodo: uno strumento costruttivo del processo creativo. Come il teatro e la musica, l’improvvisazione si basa sulla capacità ed esperienza di chi la mette in atto.
Quando spinti ad improvvisare, gli interpreti adoperano l’intuizione tipica del loro mestiere. Abbracciando la curiosità e la purezza propri delle idee improvvisate, la collezione risulta un naturale riflesso delle individualità rappresentate dai poliedrici creativi e artigiani che vivono nella Maison Gucci, i quali attingono a conoscenze, competenze e immagini differenti per dar vita a un quadro più ampio: l’estetica dell’improvvisazione
E come la musica, che si basa sulla capacità e l’esperienza di chi la mette in atto, così la moda sa sempre essere armoniosa e protagonista, in qualsiasi occasione.
La performance dal vivo della band Ceramic Dog di Marc Ribot, accompagnata da una colonna sonora appositamente creata, ha dato vita a un’atmosfera di energia e libertà artistica, che si è riflettuta nella collezione stessa.
La band occupa il palcoscenico centrale attorno al quale si svolge la sfilata: una formazione circolare che simboleggia il motore collettivo della comunità creativa al centro di Gucci.
Il set funge da cornice a una collezione ispirata agli archetipi del guardaroba maschile, ridefiniti e amplificati dal lusso artigianale e dalla visione sovversiva dell’improvvisazione. Animati dalle varie personalità che li indossano, i capi esprimono le diverse interpretazioni della seduzione, intrinseche nel concetto di mascolinità della Maison.
Il Crystal GG, una nuova interpretazione del tessuto monogramma in canvas spalmato creato negli anni ’70, diventa l’emblema della collezione in quanto strumento di improvvisazione visiva.
Presente nei colori vivaci e nelle tonalità pastello che caratterizzano la sfilata, il tessuto – che trae il nome dalla sua lucentezza – è utilizzato in tute da lavoro, borse e calzature dalla struttura oversize e rilassata, per una sensibilità tattile e vissuta che conferisce loro un’anima.
Centrale diventa così l’idea di come l’individuo scelga di indossare un capo o un accessorio con personalità e attitudine proprie. Il concetto è impreziosito da gioielli che evocano elementi dell’archivio Gucci – la chiusura a pistone, il morsetto, la croce – richiami a sensazioni personali e sentimentali.
Una silhouette sartoriale ampia ma fluida dà spazio all’improvvisazione nello styling dei capi, tendenza che viene ripresa nei completi con elementi removibili, i quali permettono a chi li indossa di trasformarli in giacche senza maniche e pantaloni corti.
Le declinazioni libere e senza limiti delle mascolinità contemporanee si manifestano in capi che fondono influenze diverse nella costruzione o nello styling, derivate da guardaroba tradizionalmente contrastanti: l’abbigliamento sportivo ispirato agli archivi Gucci degli anni ’80 evoca i codici della danza, mentre i capi da motociclista rendono omaggio a pezzi d’archivio dei primi anni 2000 o si abbinano con archetipici soprabiti dal taglio scultoreo.
Ispirati alla stessa epoca, pantaloni in denim scoloriti come se fossero stati lavati con carburante, sono abbelliti con il logo utilizzato da Gucci in occasione dell’apertura del negozio di New York nel 1953.
sì i foulard di ispirazione vintage decorano borse e pantaloni in denim, gli interni di tute sportive decostruite si trasformano in dettagli decorativi e i tradizionali pantaloni da sera diventano gonne da idrappeggio scultoreo lunghe fino al pavimento, che svelano le gambe in movimento.
I risultati si spingono verso creazioni che non sono ciò che sembrano: un classico pantalone jogger è realizzato in pelle leggera e un caban, che sembra ricoperto di piume, è interamente ricamato con paillettes bianche multidimensionali, espressione dell’estrema sapienza artigianale della Maison.”
imensioni accentuate, struttura rilassata e la chiusura a pistone segnata da Tom Ford per Gucci, caratterizzano la reinterpretazione della borsa Jackie, presente in collezione in coccodrillo declinato in colori pastello.
Nuovo approccio per la Dionysus, che si presenta priva della sua originale forma strutturata e dotata di tracolla in pelle mantenendo l’iconica fibbia a ferro di cavallo con doppia testa di tigre.
Custodie per abiti indossate come borse a tracolla sono realizzate in colorato canvas spalmato, mentre il Crystal GG è utilizzato per una borsa da viaggio dalla morbida forma rettangolare così come per un classico stivaletto anni ’70 con punta arrotondata, una slipper con tacco, una Princetown oversize con l’iconico web e un mocassino con morsetto dall’effetto ‘vissuto’, che riflette l’enfasi della collezione sulla personalizzazione. Uno stivale da motociclista, morbido e traforato, fa il suo esordio in una vasta gamma di colori.
Gli ospiti alla sfilata al Gucci Hub in via Mecenate,77
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