A Milano si può visitare la casa dei Promessi Sposi, quello che c’è da sapere su uno dei luoghi di interesse più suggestivi del capoluogo.
Il rapporto tra Alessandro Manzoni, Milano e conseguentemente l’opera de I Promessi Sposi è imprescindibile. non è solo la sua città d’origine, ma un vero e proprio scenario ricco di eventi che si trovano all’interno del suo romanzo. Si trascorse gran parte della sua vita e il capoluogo in influenzò in maniera radicale anche le sue scelte letterarie.
Ambientato nella Lombardia del XVII secolo, all’interno del romanzo si riflettono anche quelle che sono state le importanti e decisive dinamiche sociali, economiche e politiche del tempo. Manzoni sceglie di utilizzare con somma precisione dettagli della città, facendo specialmente riferimento alla condizione di vita delle persone comuni.
Sono davvero molteplici i luoghi di interesse di Milano, ma a catturare l’attenzione e anche il rinomato Palazzo Luraschi – situato nel cuore della città. Si tratta di un vero e proprio pezzo di architettura del XIX secolo e, come accennato precedentemente, il suo nome legato a quello dell’opera di Manzoni.
Il suo nome si deve all’estro dell’ingegnere responsabile, Ferdinando Luraschi – allora afferente del Lazzaretto che sorgeva non molto distante dall’area in cui è stato edificato il palazzo. È risaputo, infatti, che il lazzaretto fosse un’area destinata a tutti coloro i quali si ammalavano di peste. Il progettista volle onorare tutto ciò incorporando anche delle colonne nel suo cortile.
Al primo piano della celebre costruzione architettonica aprì nel lontano 1888 il Puntigam ossia un rinomato salotto culturale che fu attivo fino al 1940. Sebbene ad oggi sia chiuso, è rimasto un importante e suggestivo punto di riferimento per i milanesi tutti.
Quale la connessione con il romanzo e con i protagonisti dei Promessi Sposi? Non si tratta del rifugio offerto a Lucia, ma da quello che fu un atto di grande sfida e ingegnosità. Luraschi costruì il Palazzo molto più alto rispetto al consentito andando ad oscurare la vista delle montagne milanesi. Decise, dunque, di recuperare al danno installando dodici busti all’interno del cortile.
Ogni busto, infatti, rappresenta uno dei personaggi dell’opera manzoniana andando dai protagonisti Renzo e Lucia passando alla Monaca di Monza e a Don Rodrigo. Il Palazzo, oggi, è aperto al pubblico ed è possibile visitare non solo il suo cortile, ma anche le colonne che ricordano i protagonisti.
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