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Vivienne Westwood, la storia della visionaria designer regina del brit punk

L’8 aprile del 1941 nasceva Vivienne Westwood, una delle più influenti designer britanniche: la sua storia e le sue collezioni più iconiche.

È scomparsa un anno e mezzo fa, lasciandoci in eredità la sua visione dirompente, eccentrica e creativa della moda, le sue creazioni provocatorie e anticonformiste. Vivienne Westwood ha inventato lo stile brit punk, è stata la prima a disegnare collezioni gender fluid, ma non solo. È stata anche un’attivista impegnata. 

La storia di Vivienne Westwood una delle designer di moda più influenti del XX secolo – foto: Ansa – sfilate.it

Oltre a rivoluzionare il panorama della moda britannica e internazionale, è diventata una fonte d’ispirazione per moltissimi designer d’avanguardia, uno su tutti Alexander McQueen. Oggi Vivienne Westwood avrebbe compiuto 83 anni e per renderle omaggio ripercorriamo la sua storia, dagli esordi alle collezioni più iconiche.

Vivienne Westwood, gli esordi nella moda

Vivienne Isabel Swire nasce l’8 aprile 1941 a Tintwistle, un piccolo villaggio del Derbyshire, in Inghilterra. Cresce in una famiglia modesta, e la sua infanzia è segnata dalla Seconda Guerra Mondiale. Nel 1958 si trasferisce a Londra, dove studia oreficeria e moda alla Harrow School of Art, e comincia a creare dei gioielli che vende sulle bancarelle di Portobello Road. Nel 1962 sposa Derek Westwood, da cui prende il cognome. L’anno successivo nasce Benjamin, il loro primo figlio. Ma il loro legame non è destinato a durare: dopo pochi anni Vivienne si innamora di Malcom McLaren, futuro manager dei Sex Pistols, dal quale, nel 1967, avrà il suo secondo figlio, Joseph. 

Vivienne Westwood al Swarovski Fashion Rocks for the Prince’s Trust a Monaco nel 2005 – foto: Ansa – sfilate.it

Insieme a McLaren, nel 1971, apre il suo primo negozio, Let it Rock, al 430 di King’s Road, che diventa presto un punto di riferimento per la scena punk londinese. Vivienne inizia a far parlare di sé, e a creare abiti che riflettono l’estetica del movimento di ribellione giovanile degli anni ’70: tagli strappati, spille da balia, borchie e tartan.

Vivienne Westwood uomo Autunno/Inverno 2007 – foto: Ansa – sfilate.it

Negli anni lo store cambia nome diverse volte, mantenendo però la sua missione di crogiolo di nuove tendenze, captate per le strade, tra le subculture giovanili nel loro nascere. Nel 1976 Vivienne e Malcolm lo chiamano “Sex” e vendono capi in latex ispirati al sado-masochismo, a cui viene accostato il classicismo inglese del tartan. Un inno alla provocazione. 

Il successo è esplosivo, tanto che i Sex Pistols, nel loro primo concerto del 1976, salgono sul palco con le sue creazioni. Vivienne Westwood si trasferisce in Francia e comincia la sua irrefrenabile scalata al successo.

Uno stile in bilico tra originalità e tradizione

Antesignana delle contaminazioni, famosa per la sua inclinazione a scardinare i tabù e i valori delle vecchie generazioni, la designer ha sempre dimostrato un grande rispetto per il passato a cui si ispira continuamente. Il suo lavoro si è sempre basato sulla combinazione tra originalità e senso della tradizione. «Lavoro nella moda solo perché voglio distruggere la parola “conformismo”», dichiara Vivienne Westwood alla fine degli anni Settanta, quando è nota soprattutto per le sue creazioni punk.

Vivienne Westwood SS15 London Fashion Week – Foto: Ansa – sfilate.it

Ed è riuscita a realizzare la sua aspirazione, il suo obiettivo. Ha fatto irruzione nella moda e ne ha scardinato le certezze dall’interno, a colpi di creatività. Ha sempre portato avanti con coerenza la sua ricerca artistica. La sua prima collezione Pirate del 1981 è una pietra miliare della storia della moda del XX secolo, e segna l’irrompere della sua sterminata conoscenza della storia della moda e del costume di tutte le sue epoche nelle sue collezioni. Tipici del suo stile sono proprio i dettagli del costume storico, come i corsetti in stile vittoriano con crinoline, rivisitati in chiave moderna e innovativa, le gonne con strascico e l’uso di tessuti appartenenti alla classica tradizione British, come il tartan e il tweed. 

Vivienne Westwood, tra gender fluid e sostenibilità

Negli anni ’80 la Westwood esplora territori e suggestioni dello stile tribale e post atomico, ed è tra le prime a infrangere le barriere tra il maschile e il femminile. Inventa il gender fluid prima ancora che questo termine fosse coniato, e fa sfilare in passerella uomini con la gonna, prendendo spunto dal kilt scozzese. Indimenticabili anche i suoi accessori, dai gioielli con forme falliche agli stivali Pirate Boot, fino alle altissime zeppe che riuscirono nell’impresa di far cadere il passerella persino Naomi Campbell. 

Due capi della collezione FW23 – Instagram @viviennewestwood

Oltre ad essere una designer visionaria e innovatrice, è stata anche una grande attivista. La passerella è stata il suo manifesto politico per oltre 50 anni. Negli ultimi decenni della sua carriera si è fatto sempre più profondo e totalizzante il suo impegno sociale, portato avanti dalla stilista proprio attraverso le sfilate delle sue collezioni, diventate manifesti programmatici a favore dei diritti civili, ma anche di un’autentica consapevolezza ecologista. Tra le sue battaglie civili e politiche quelle contro il riscaldamento globale e per una moda etica.

Nel 2005 ha lanciato la campagna “Climate Revolution” per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema del cambiamento climatico. Una delle sue citazioni famose è: «Compra di meno, scegli bene, fallo durare!». Si è battuta anche in difesa dei diritti LGBT ed è stata una paladina del vegetarianismo.

I riconoscimenti e la sua eredità artistica

Durante la sua carriera Vivienne Westwood ha collezionato una lunga serie di meritati riconoscimenti. Nel 1992 è stata nominata Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico e nel 2006 Dama di Commenda dell’Ordine dell’Impero Britannico, due tra le più alte onorificenze del Regno Unito. Ha vinto cinque British Fashion Awards, due quali come Designer of the Year, uno come Red Carpet Designer, un Outstanding Achievement Award per celebrare il suo contributo creativo fuori dal comune nella moda e l’ultimo, nel 2018, il suo impegno costante a difesa dell’ambiente.

Vivienne Westwood e il marito Andreas Kronthaler nel 2019 – foto: Ansa – sfilate.it

È morta a Londra il 29 dicembre 2022. La sua eredità continua ad essere portata avanti dal designer austriaco Andreas Kronthaler, un suo ex studente di moda che aveva sposato nel 1992, che nel 2006 ha nominato direttore creativo della linea uomo e al quale dieci anni più tardi ha affidato le redini del suo brand. «Vivienne mi ha insegnato tutto quello che so sulla moda», ha dichiarato Kronthaler.

Chi volesse approfondire la storia di questa stilista iconica e rivoluzionaria può farlo leggendo “Vivienne Westwood. Sfilate. Tutte le collezioni”, un libro di Alexander Fury edito da L’Ippocampo in occasione dell’ottantesimo compleanno della designer e dei 40 anni del suo brand, che presenta una panoramica completa delle collezioni donna di Vivienne Westwood, dalla sfilata di debutto nel 1981 al 2021. 

Laura Saltari

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